La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa

Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.

Le fiabe dei re alla corte dei re

Immaginate che uno scrittore famoso e stimato come Charles Perrault abbia la possibilità di esibirsi a corte, niente meno che a quella del Re Sole, accompagnato, in una serata meravigliosa, da musici, danzatori e attori, per offrire al sovrano, in anteprima, le sue fiabe della raccolta Histoires ou contes du temps passé, avec des moralités, ou  Contes de ma mère l’Oye.

Se avete qualche ragionevole dubbio è perché lo stesso Perrault non avrebbe trovato molta accoglienza narrando, ad un sovrano e alla sua corte, di re che non avrebbero di certo voluto che fossero raccontate le loro misere gesta, soprattutto mettendole a confronto di quelle di personaggi più umili ma ben più nobili di loro, nell’animo.

Non fanno una bella figura i re e le regine nelle fiabe di Perrault. Le sue fiabe sembrano piuttosto dare risposte alle favole di Esopo, Fedro e La Fontaine, da cui traggono tanto materiale narrativo ed espressivo. Se infatti in quelle favole abbiamo lasciato sullo sfondo personaggi umani dall’animo zoomorfo, in queste fiabe invece essi catturano la scena lasciando sullo sfondo bestie dall’animo più umano del loro.

Qui il confronto tra creature dall’animo innocente e uomini che non raggiungono o perdono la loro presunta umanità è imbarazzante per chiunque dia per scontato che un principe si comporti in  modo principesco, un nobile in modo nobile e un re in modo regale.

Gli eroi e le eroine di queste fiabe sono creature candide che crescono insieme ai piccoli ascoltatori lettori e spettatori, accompagnati da adulti che nel leggere e recitare loro queste fiabe hanno modo di riflettere e far riflettere su come la crescita fisica spesso non sia accompagnata da una crescita intellettuale e morale, su come i mostri non abbiano spesso un aspetto mostruoso, su come gli aiuti possano venire imprevedibilmente da chi non ci si aspetta aiuto e non da chi si propone come aiutante, su come creature dall’aspetto bestiale possano celare un  animo umano, su come la fortuna vada meritata così come i titoli vadano guadagnati.

Tutto questo ovviamente non poteva essere raccontato ad una corte dove i nobili d’animo oltre che per titolo erano un’eccezione. Ma ipotizzate che un sovrano illuminato come il nostro solare Luigi XIV, anche se accompagnato da figure dall’animo non proprio candido, un giorno abbia voluto accogliere, proprio come i sovrani dell’antichità, un saggio cantastorie alla sua corte. Per quale motivo? Per educare i propri figli a vivere con saggezza e ad amare  l’arte, e persino per regalare – con una certa ironia – al suo pubblico di cortigiani imbarazzati, una piccola antologia di racconti di eroine maltrattate che realizzano i loro sogni in un mondo non privo di magia, aiutate da fate madrine; un mondo fantastico in cui principi e valorosi cavalieri conquistano insieme il cuore di quelle fanciulle e i titoli da loro ambìti, compiendo gesta leggendarie; e messi a dura prova da complicazioni che li costringono a superarsi, riscoprono e coltivano, con  straordinaria tenacia, qualità morali dimenticate da tempo.

La saga leggendaria dei tre fratelli principi, coprotagonisti di Biancaneve, Cenerentola, La bella addormentata – narrata da Jan Sverak nel suo Tři bratři – correla tra loro queste storie immortali e fa venir voglia di cercare parentele segrete con altre favole, come Pelle d’asino, La bella e la bestia, e tante altre ancora, esplorando le varianti di Basile o dei Grimm che ispirano e che sono ispirati da quei piccoli  capolavori narrativi per l’infanzia.

Esplorando una molteplicità di raffigurazioni e trasposizioni, viaggiando tra le arti figurative, il teatro musicale e il cinema di animazione, lo spettacolo cuce i racconti e le loro rappresentazioni in un unico labirinto narrativo, dove aspiranti principi e principesse si cercano senza saperlo inseguendo le loro aspirazioni e meritandosi il lieto fine a cui sono predestinati per la gioia dei piccoli e grandi  ascoltatori.

Lo spettacolo vuol ricostruire un’ipotetica serata a corte di un re tanto illuminato da volerla contro tutti, persino contro le proprie diffidenze nei confronti di uno smascheratore di falsi re e difensore degli animi oppressi di tutto il mondo.

Quale sovrano illuminato potrebbe fare a meno delle fiabe, con cui lui stesso si è formato, per dare ai propri figli quell’educazione intellettiva e morale che solo le favole ben raccontate possono dare? Speriamo che esistano ancora questi sovrani e che vogliano ancora dare una possibilità al nostro Perrault ai suoi maestri e allievi di esibirsi per voi in questo spettacolo che vi farà entrare per un po’ in un regno incantato, dove ancora esistono la giustizia e il merito, per farvi sognare non la realtà come è ma come voi la vorreste, e per far venire la voglia ai piccoli spettatori di ispirarsi ad esso per cambiare il mondo in cui si troveranno a vivere.