La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa

Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.

Peter Pan e le fate

Il progetto è stato articolato negli anni mentre si realizzavano diverse parti del Sistema di Studio e Fruizione Reticolare dedicato alla saga del «bambino che non voleva crescere», mentre si raccoglievano le innumerevoli risorse audiovisive e si scoprivano  le correlazioni dirette e indirette, implicite ed esplicite, con gli altri racconti da cui nasce la saga stessa o che sono nati da essa o che hanno sviluppato varianti imparentate con essa.

Uno dei motivi per cui ci siamo occupati dell’opera di Barrie, è che essa stessa, per come è fatta, invita a sviluppare il progetto di «saga» dedicata a Peter Pan, collegando tra loro i diversi «capitoli» nati separatamente, mentre al contempo sollecita una riflessione metodologica su come metterla in scena.

James Barrie ci ha lasciato infatti uno straordinario esempio di come lo stesso «soggetto», la stessa materia narrativa possa essere sviluppata sia in forma di romanzo sia in forma di commedia, e lui stesso ci ha lasciato  persino un primo «trattamento» per fare del suo Peter Pan un film.

Vi sono anche altri aspetti, non di meno interessanti, che ci hanno indotto a ideare e a costruire questo spettacolo: anzitutto l’incredibile mescolanza tra le storie parallele della vita di Barrie e  quelle dei suoi personaggi come ci ha rivelato Andrew Birkin con il suo JM Barrie and the Lost Boys: The Real Story Behind Peter Pan; poi le numerose storie di personaggi leggendari, raccontate da suoi colleghi maestri e amici, ciascuna delle quali costituisce un interessante antefatto o possibile  sviluppo di quelle raccontate da Barrie. Tra di esse: le storie di vita di pirati (basti pensare ai racconti del suo  maestro Robert Louis Stevenson (Treasure Island) e dell’amico Arthur Conan Doyle (Tales of pirates); le storie di bimbi coraggiosi o adulti un po’ svagati che hanno avuto la fortuna e il coraggio di investigare ed esplorare il mondo delle fate (la storia delle bambine di Cottingley narrata da Arthur Conan Doyle in The coming of the fairies, e quella narrata dal padre di Artur nei suoi diari dal manicomio, The Doyle Diary by Charles Altamont Doyle); le storie shakespeariane delle fate tra le quali vive il folletto Peter (le cui abitudini, che Barrie esplora e rappresenta con Arthur Rackham nel suo Peter Pan in Kensington Gardens, sono le stesse che Rackham studia e rappresenta, come un antropologo-entomologo, illustrando A Midsummer Night’s Dream e The Tempest di Shakespeare); e poi ancora le storie della  regina delle fate, per cui lavora che Peter Pan, come l’orchestra, nei Giardini di Kensington, la quale attraversa l’opera shakespeariana con il nome di Mab o di Titania, da Romeo and Juliet a A Midsummer Night’s Dream); e infine le storie dello stesso folletto Peter che, sotto altro nome  (Puck), vive e rivive sia nei racconti di Kipling a lui dedicati (Puck of Pook’s Hill; Rewards and Fairies), sia nella commedia shakespeariana A Midsummer Night’s Dream dove riveste un ruolo di protagonista come quello che Barrie gli ha assegnato nella sua saga.

Correlando parti di tanto materiale narrativo siamo giunti ad una articolazione dello Spettacolo in otto quadri che potrebbero diventare nove tenendo conto del sequel che un degno erede e allievo di Barrie, Steven Spielberg, ha voluto dare all’opera del maestro con il suo Hook:

 

I. Il dispettoso folletto Puck, e le fate della corte di Titania

II. Il vecchio signor Doyle, e le fate

III. Sir Arthur Conan Doyle, ovvero il figlio del signor Doyle, e le fate

IV. Il giovane James Barrie, la sua mamma, e il fantasma del fratellino David

V. La giovane signora Darling, ovvero la piccola Mamie, e Peter Pan

VI. I giovani piccoli Davies e il vecchio James Barrie

VII. Wendy, ovvero la giovane figlia della signora Darling, e Peter Pan

VIII. Jane, ovvero la giovane figlia di Wendy, e Peter Pan

IX. Peter Banning alla ricerca dei suoi figlioli rapiti da Hook e della sua identità dimenticata nell’isola che non c’è

 

Anche questo spettacolo, così come lo abbiamo immaginato, costituisce per noi una serie sfide che ci stimolano a superare le soluzioni da noi stessi sperimentate in altri spettacoli: la prima sfida, simile a quella che abbiamo affrontato con lo spettacolo dedicato alle storie di Babar l’elefantino, riguarda le possibilità e le modalità con cui intendiamo realizzare, anche in questo caso, una messa in scena multiespressiva e multimediale,  modulare e implementabile, in parte dal vivo e in parte preregistrata, e poi interamente fruibile in streaming come parte di un sistema più ampio dedicato allo studio dell’opera di James Barrie e di coloro che hanno contribuito a metterla in scena e a svilupparne i progetti.

La messa in scena costituisce un’occasione imperdibile per riportare alla luce la partitura scritta per la prima messa in scena voluta e supervisionata dallo stesso Barrie, per realizzarne una nuova orchestrazione e far interagire quella musica con il progetto narrativo e i testi letterari di Barrie, con le meravigliose illustrazioni dei suoi collaboratori illustratori e con le messe in  scena più raffinate che si sono succedute sia sulla scena teatrale che nelle sale cinematografiche in forma di di di film animati e con attori.

Ma è anche l’occasione per cucire storie che non sono state considerate come «complementi» della saga e che invece, proprio attraverso le sorprendenti correlazioni che stabiliscono con essa, la valorizzano e fanno comprendere meglio il progetto di Barrie.

Lo spettacolo, mentre fa interagire recitazione e musica dal vivo con illustrazioni e video di archivio (tra cui quelle del grande artista David Hall preparate ma non utilizzate per il Peter Pan d’animazione firmato Walt Disney) impegna un piccolo numero di attori, giovani e meno giovani, per interpretare ciascuno diversi ruoli, come previsto dallo stesso Barrie (e da Shakespeare per il suo A Midsummer Night’s Dream) allo scopo di esplicitare, nella messa in scena, i parallelismi e le parentele tra i personaggi stessi.