La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa
Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.
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5. Gli Spettacoli Multimediali
Favole e proverbi in musica: l’arte dei cantastorie
Il progetto sviluppa in forma di racconto, per cantastorie e musica, ciò che il Sistema reticolare dedicato a “Favole proverbi tutta la saggezza del mondo” indaga attraverso lo studio sistematico delle correlazioni tra i proverbi della tradizione orale e le favole, anch’esse di tradizione orale ma portate alla forma letteraria artistica da Esopo, Fedro, e la Fontaine.
Un solo cantastorie, dotato di molte maschere per interpretare i diversi personaggi dei suoi dialoghi-monologhi, accompagnato da un liuto e da un violino, narra per voi, nel nostro spettacolo, le saghe di personaggi che attraversando gli universi narrativi di Esopo, Fedro, e La Fontaine, si sono guadagnati una fama immortale.
Le loro storie leggendarie sono considerate da sempre adeguate per esemplificare come i comportamenti umani siano mossi da sentimenti universali che travalicano spazio e tempo; per questo le loro storie sono parte essenziale dell’ educazione morale e sentimentale esplicita o implicita di ogni bimbo. Le saghe della cicala, della formica, della volpe, del lupo, del corvo, del gracchio in cui si raccolgono le loro storie, funzionano come piccoli racconti filosofici per riflettere e far riflettere su come funziona l’animo umano, così come i racconti con cui questi grandi narratori hanno dato forma letteraria alle leggende orali sono piccoli capolavori di sintesi narrativa da studiare per comprendere e far comprendere, anche a bimbi molto piccoli, come si raccontano bene le belle storie, articolandole e intrecciandole tra loro.
Ciò che vogliamo far emergere nello spettacolo è come queste favole potenzialmente immortali siano state «ridotte», e maltrattate da un uso ideologico e pedagogico «immorale», trasformando i personaggi complessi in maschere stereotipate, e i conflitti morali in ammonimenti didascalici e dottrinali.
Ciascuno dei personaggi, nella nostra ricostruzione della saga a lui dedicata, riacquista la complessità donatagli dagli autori delle sue storie. Questi «animali-antropomorfi» sono infatti dotati di animi complessi, e dal momento che possiedono esplicitamente una doppia natura, le loro azioni sono frutto di decisioni talvolta impulsive o meglio istintive – dovute alla loro natura
bestiale – ma altre volte ben ponderate e assennate, scaturite dalla loro «umanità», dai medesimi dilemmi che attraverso ogni animo umano quando, nonostante l’inesperienza, grazie all’aiuto della saggezza popolare dei proverbi, giunge a conclusioni sofferte ed è pronto a subirne le conseguenze non solo sul piano fisico e morale (sensi di colpa, nostalgie, rimorsi, pentimenti, desiderio di riscatto).
Gli scontri e incontri tra i protagonisti di queste storie, predatori e prede, carnefici e vittime, o tra predatori che si contendono la medesima preda, sono esempi perfetti per esplorare «le ragioni» (non «la» ragione) degli uni e degli altri, quelle intenzioni esplicite o implicite che li fanno apparire dalle diverse prospettive colpevoli o innocenti, impedendoci di trarre
conclusioni affrettate e di dare giudizi non articolati, non argomentati da un attento esame delle intenzioni, del grado di colpa e colpevolezza morale prima che etica e sociale, degli uni e degli altri.
Così gli spettatori possono scoprire che ognuno di questi personaggi non è riducibile ad un solo vizio o ad una sola virtù, che le colpe sono molto più distribuite di quando sembra, tra di essi, e che nessuno è esente da colpe ma che ciascuno ha valide ragioni per giustificare le sue decisioni.
Questo non vuol dire semplicemente ribaltare giudizi che sono diventati luoghi comuni, ma piuttosto soppesare sulla bilancia delle ragioni, non del senso comune, le diverse motivazioni che spingono l’animo umano ad agire.
Nessuno di questi animali è privo di raziocinio e neppure è completamente condizionato dagli istinti animali. I «proverbi», esplicitati durante la messa in scena, aiutano a cogliere le leggi universali dell’animo umano. E in questo viaggio tra storie «archetipiche» scopriamo che ogni proverbio torna in tante favole così come ogni favola non è riducibile a un solo proverbio (come hanno voluto farci credere le interpretazioni ideologiche e pedagogiche delle facole stesse) ma è frutto della «drammatizzazione» di diversi proverbi che sono in conflitto tra loro, proprio come sono in conflitto, nell’animo umano, le ragioni degli
istinti e quelle dell’intelletto, quelle della morale e quelle dell’etica, della giurisprudenza e del pregiudizio.
Scoprire i proverbi racchiusi in ogni favola, e ricercare altre favole che drammatizzano gli stessi proverbi, fa parte della ricerca dei fili invisibili che legano queste storie tra loro e che il cantastorie, come un bravo cantafavole, insegue per voi e vi insegna a inseguire nello spettacolo.
Anziché usare queste favole come luoghi comuni per giustificare le azioni esemplificate dai personaggi animali antropomorfi, imparerete a trattarle con rispetto e come preziose fonti di ispirazione per la vita come per l’arte, traendo da esse preziosi insegnamenti sia sul piano narrativo sia su quello morale.
Lo spettacolo può essere presentato tanto a bimbi quanto ad adulti, perché ognuna delle «saghe»
riserva divertenti sorprese che possono essere apprezzate sia dall’animo innocente di un bimbo sia da quello smaliziato di un adulto.
Quello che abbiamo tratto dallo studio di queste raccolte di favole è uno spettacolo di cantastorie che insegna l’arte del cantastorie, mostrando e riflettendo ad alta voce sulle scelte narrative e interpretative, che fa divertire il pubblico e lo fa riflettere sulla natura dell’animo umano sulle sue possibilità di crescita e sulle necessità naturali, sui condizionamenti culturali e sul ruolo dell’arte, sul senso dell’educazione come sviluppo delle capacità di giudizio e non come assunzione di dottrine moralistiche o abbandono dell’attività di giudizio, sull’importanza di esplicitare i criteri di giudizio e di indagare la complessità dei fenomeni con gli strumenti adatti, prima di trarre conclusioni.
Ognuna di queste saghe, così come viene narrata reticolarmente e multimedialmente) commuove e al contempo fa riflettere gli ascoltatori, stimolandone le capacità elaborative, coinvolgendoli in ragionamenti complessi quanto lo sono quelli dei personaggi solo apparentemente mossi esclusivamente dagli istinti.
L’abilità del cantastorie, nell’indossare e dismettere rapidamente i panni dell’uno o dell’altro personaggio per farci saltare dall’uno all’altro punto di vista, aiuta il pubblico ad esercitare la ginnastica mentale che questi racconti esigono. Solo in questo modo essi possono rivelare le loro qualità estetiche e morali, mostrare la la materia narrativa ed espressiva di cui sono fatti, far scoprire i proverbi da cui sono tratti drammatizzandoli, e infine aiutare chiunque voglia riraccontarli, d elaborare una narrazione che tenga conto dei punti di vista e delle ragioni dei personaggi coinvolti.