La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa

Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.

Grandi Speranze o il racconto di formazione

La possibilità di studiare le riscritture varianti di Charles Dickens intorno alla sua ipotetica e verosimile autobiografia, e di soffermarci quindi sul racconto dickensiano che meglio di altri si presta allo studio di come si narra una storia e come si impara a narrare storie, è stata per noi un’opportunità imperdibile: l’occasione per indagare e insegnare i meccanismi di quel particolare tipo di metaracconto che è il racconto di formazione.

Il Sistema, mentre ricostruisce il complesso intreccio di storie e di livelli narrativi presenti in questo racconto solo apparentemente semplice (e spesso semplificato da pessime riduzioni televisive e cinematografiche) consente al fruitore di apprendere, scena per scena, come Dickens sia riuscito a elaborare soluzioni narrative ed espressive perfette per coinvolgerlo e appassionarlo, come se le vicende del piccolo Pipp narrate dallo stesso Pipp adulto e doppio di Dickens sulla scena fossero le sue, come se riguardassero la sua stessa infanzia e le sue stesse “grandi speranze”.

Il labirinto narrativo in cui Pipp grande e piccolo viaggia e fa viaggiare il lettore con la memoria depositata e immaginativa sembra prendere forma sotto gli occhi del lettore, come se lo stesso Dickens fosse il primo a mettere in  scena il suo racconto invitando il lettore a farsi spettatore immaginario.

La struttura narrativa di questo racconto caleidoscopico sembra fatta apposta per invitarci a  sviluppare al contempo un’Edizione Reticolare del romanzo e un Sistema di Studio Reticolare adatto per studiarne i meccanismi; quei principi narrativi di valore universale che, insieme agli insegnamenti morali universali sulla nascita di una carriera artistica, fanno di questo gioiello narrativo un oggetto ideale da valorizzare e per mostrare come si «valorizza» (non come si «usa» o «sfrutta») un capolavoro della nostra tradizione umanistica.

Il racconto, per le tante qualità che possiede, si presta anche allo studio delle riscritture, degli adattamenti e delle messe in scena che ne sono state fatte, seguendo alcuni dei tanti fili narrativi che esso invita a inseguire e annodare.

Il racconto di formazione non solo costituisce ciò che dà alla narrazione lo stile di un «metaracconto» in cui il narratore e il protagonista si confrontano a diverse età come soggetto e oggetto del discorso; esso, inoltre, fornisce ai lettori la chiave per scoprire il segreto che l’autore invita a svelare attraversando  nel tempo e nello spazio il suo labirinto narrativo.

Solo ricostruendo l’intero labirinto, come se si partecipasse alla sua creazione ovvero alla scoperta dei segreti che esso contiene, si può dipanare poco a poco il progetto che l’autore e un suo insospettato personaggio-autore condividono: far provare al piccolo Pipp e ai lettori del racconto quel piacere segreto che regalano solo le grandi storie. È il sogno ad occhi aperti che appare non più impossibile ma  una grande speranza: quella di divenire nuovi autori e narratori di storie altrettanto belle e complesse.

Frequentando questo racconto, e il reticolo di lezioni che abbiamo previsto per farne un Sistema di Studio, il nostro lettore e allievo potrà uscirne anche lui pieno di speranze, come lo stesso Pipp, con una passione per l’arte narrativa pari o maggiore a quella per le storie da vivere.