La saga di Peter Pan, il folletto tra il qua e il là

Da alcuni anni si stanno finalmente riscoprendo e pubblicando - alcuni persino nel nostro Paese - i distinti ma complementari «Capitoli» che compongono la «Saga di Peter Pan e le fate», a partire dagli episodi che la anticipano e la introducono: quei racconti che narrano degli incontri ravvicinati tra umani e il piccolo popolo, e che preludono all’incontro tra Peter e le fate dei giardini di Kensington, a quello tra la piccola Mamie e le fate e Peter negli stessi giardini, e poi all’incontro tra i piccoli Darling e il mondo incantato di Peter, Trilly e gli altri abitanti magici dell’Isola che non c’è.

Molte sono state le ragioni per cui decidemmo che tra i primi «Sistemi di Studio Reticolare» che avremmo sviluppato, per offrirli al mondo Educational,  doveva essercene uno dedicato all’opera di James Barrie e a quegli altri scrittori e illustratori che ci hanno fatto sognare a occhi aperti storie meravigliose di incontri fatali tra gli umani e le fate.   

A indurci a compiere questo viaggio tra racconti narrati con ogni forma espressiva, e a rappresentarlo rendendo espliciti i meccanismi condivisi tra di essi, era stato anzitutto Shakespeare, con i suoi A Midsummer Night’s Dream e The Tempest, a cui dedicammo due Sistemi di Studio. E proprio attraverso le edizioni illustrate di queste due commedie, fantastiche e oniriche, capimmo quanto fosse  importante l’apporto dei grandi compositori di immagini, come Arthur Rackham, Edmund Dulac, e tutti quei pittori cosiddetti Vittoriani capaci di rendere visibile il mondo invisibile e incantato delle fate, le loro storie leggendarie, e persino la loro vita quotidiana.

Così non fummo sorpresi di ritrovare proprio Arthur Rackham a lavorare accanto a James Barrie per creare - non solo per «illustrare» - quel capolavoro costituito da alcuni capitoli  di The Little White Bird, estratti dallo stesso Barrie e pubblicati autonomamente con il nome “Peter Pan in Kensington Gardens”. Ma al contempo rimanemmo delusi di vedere quel libro, e altri libri che erano stati concepiti con analoga cura, come edizioni di lusso e da regalo, ristampati invece con scarsissima cura dopo solo un secolo,  privati, in parte o del tutto, delle immagini originali, impaginati malamente con riproduzioni sbiadite, o addirittura ricomposti con nuove inadeguate immagini al posto di quelle perfette che facevano parte del progetto autoriale.

Per questa ragione pensammo che, al momento in cui avremmo realizzato il nostro progetto, ci saremmo anche occupati di dare, a quei meravigliosi racconti, nuove edizioni digitali ma rispettose dei progetti originali; edizioni reticolari e multimediali persino più vicine alla bellezza voluta dagli autori e dagli editori per le prime edizioni analogiche, pubblicate addirittura come “Gift Book”, cioè come preziosi regali destinati a quei bimbi particolarmente fortunati per avere al loro fianco genitori ed educatori attenti a prendersi cura della loro educazione all’arte narrativa.

Molti anni fa, quando iniziammo a sviluppare le prime parti del Sistema di Studio dedicato all’opera di Barrie, The Little White Bird era ancora inedito nel nostro Paese, e pochi sapevano che Peter Pan in Kensington Gardens, pubblicato invece anche in Italia, era un estratto di quel capolavoro, realizzato dallo stesso Barrie per creare una piccola ma preziosissima opera a quattro mani con Arthur Rackham.

Inoltre, la bellissima traduzione italiana realizzata da Renato Gorgoni per il libro pubblicato da Rizzoli, non era supportata da un’edizione che fosse anche solo in parte degna del «Gift Book» concepito per la prima edizione del progetto di Barrie e Rackham. Il racconto, da allora, ha avuto molte  ristampe ed ha avuto successo nonostante l’incuria editoriale; ma le immagini di Rackham - i 50 dipinti e i numerosi disegni in grafica impaginati con il testo letterario - che avevano reso il libro ideato dai due autori un gioiello di composizione e narrazione poliespressiva, sono state in gran parte decurtate e spaginate, non solo nel nostro Paese ma persino in Inghilterra, dove un edizione rispettosa del progetto originale non è stata  mai più pubblicata, neppure ora mentre scriviamo.

A parziale compenso di questa mancanza, per celebrare i 100 anni del «progetto Peter Pan», è uscita un’eccezionale edizione annotata dei racconti di Barrie dedicati al «bambino che non voleva crescere». L’edizione, a cura della filologa Maria Tatar, tutt’ora in commercio persino in versione «ebook», comprende preziosi materiali, anche inediti, tutte le immagini di Rackham per Peter Pan in Kensington Gardens, quelle di Bedford per Peter and Wendy, e persino la riproduzione del libro realizzato in pochi esemplari dallo stesso Barrie - The Boys Castaways - per rappresentare il primo esperimento narrativo compiuto con i piccoli Davies, per raccontare, con foto e brevi testi letterari, la storia di pirati e fate che poi diede vita alla saga di Peter Pan.  Anche se le immagini delle edizioni originali di Peter Pan in Kensington Gardens e di Peter and Wendy sono pubblicate all’interno del volume come un corpus a parte rispetto ai testi letterari, e senza peraltro le illustrazioni grafiche che Rackham che aveva realizzato per farle interagire con il testo di Barrie, siamo felici di poter disporre, grazie a questa importante operazione editoriale, di ulteriori materiali (persino un adattamento di Peter Pan per lo schermo, scritto dallo stesso Barrie) oltre quelli che raccogliemmo agli inizi della nostra impresa.

Questa raccolta di materiali rari e preziosi - come tutte le analoghe raccolte realizzate da editori che pubblicano, spesso come cataloghi di mostre, quei materiali d’archivio che non trovano posto nelle collane editoriali per il grande pubblico - rende ancora più necessaria un’Edizione che permetta, alle nuove generazioni, di conoscere l’intera Saga e i suoi correlati esterni in una versione reticolare e multimediale, tanto affascinante e innovativa quanto fedele del progetto autoriale. E mentre questa nuova edizione resta tra i nostri obiettivi, al contempo noi continuiamo a sviluppare anche le altri parti del nostro progetto dedicato a Peter Pan e a Barrie, che comprendono anche una Mostra, uno Spettacolo, e soprattutto un Sistema di Studio Reticolare articolato in più Sentieri Esplorativi (tre dei quali sono stati sviluppati negli anni in cui abbiamo collaborato con l’ “Area Formazione, Ricerca, Progetti innovativi della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia”) e un Sistema Cognitivo, che permettano al piccolo o grande lettore non solo di apprezzare maggiormente il labirinto narrativo creato da Barrie e dai suoi colleghi e amici, ma anche di ricavare da esso i preziosi insegnamenti racchiusi in ciascuno di quei capolavori e nelle reciproche correlazioni.

Quando iniziammo a studiare questi racconti, e a concepire il Sistema di Studio, il nostro interesse fu subito stimolato dalla complementarità dei racconti tra loro e dalla complementarità tra le immagini e i testi letterari nei racconti stessi.   

Inoltre, la trasformazione della «commedia Peter Pan» nel «romanzo Peter and Wendy» compiuta dallo stesso Barrie, rappresentava per noi un’occasione di studio metodologico imperdibile, dal momento che ci consentiva di esaminare a confronto, sullo stesso racconto, le forme della scrittura letteraria e quelle della scrittura drammaturgica.

Poi, scoprendo The Little White Bird, quando ancora nel nostro Paese era disponibile solo la parte pubblicata dallo stesso Barrie con il nome Peter Pan in Kensington Gardens, - un edizione da lui stesso privata degli altri capitoli ma arricchita dalle illustrazioni di Rackham - quella «modularità», esplicitata dallo stesso Barrie, ci mise sulla buona strada. Così come ci fu di ispirazione il capitolo-racconto “When Wendy Grew Up” con cui James Barrie volle   «implementare» il suo Peter e Wendy.

Fu allora che decidemmo di provare a ricomporre «il Labirinto delle storie degli incontri tra umani e fate», in cui si colloca splendidamente anche la storia dello spiritello Peter Pan, detto “Tra il qua e il là”.

A sollecitarci in questa impresa furono anche le apparenti coincidenze, ma reali connessioni, tra le storie leggendarie riguardanti Titania, la regina delle fate, un personaggio che pur chiamato in diversi modi (Queen Mab in Peter Pan in Kensington Gardens) aveva attraversato diversi racconti di Shakespeare per giungere fino a Barrie accompagnata dallo stesso  Rackham illustratore dei racconti shakespeariani fatati. A queste coincidenze/correlazioni si aggiungeva quella del folletto Puck, anche lui esplicitamente passato da Shakespeare ad un altro narratore di storie incredibili come Rudyard Kipling, e poi, sempre attraverso Rackham giunto fino a Peter Pan, fondendosi   con il mitologico Dio Pan per ispirare le illustrazioni dei pittori che si sono avvicendati nell’illustrare la storia di Peter and Wendy, a partire dalla prima edizione composta da Barrie insieme a Francis Donkin Bedford. In questo stesso labirinto di correlazioni e di complicità autoriali  non possiamo trascurare che l’amico e collega di Barrie, Sir Arthur Conan Doyle e il padre di questo, Charles Altamont Doyle, avessero  raccontato, e a loro modo documentato e illustrato, inquietanti incontri ravvicinati tra uomini e fate, proprio come quelli narrati da Barrie, tra la piccola Mamie, le fate, e lo stesso Peter Pan fuggito di casa per assumere il ruolo di orchestra delle fate nei Giardini di Kensington.

Questi ritorni di personaggi e riprese di storie si presentavano ai nostri occhi come correlazioni esplicite che ci invitavano a cercarne altre implicite, a scoprire i legami più profondi tra tutti quei racconti per valorizzare l’opera di Barrie anche grazie alle molteplici connessioni con quelle di narratori non meno illustri e interessanti di lui, a partire dal maestro dei maestri William Shakespeare.

Se poi considerate che nella saga di Peter Pan la tradizione dei racconti di fate si fonde con quella di pirati e con quella fantasmi, creando un racconto inquietante - a metà tra «novel» e «romance» - dotato di tutte le qualità per suscitare l’interesse tanto nei piccoli quanto nei grandi lettori, allora potete capire come questa parte dell’opera di Barrie ci sia apparsa subito come uno snodo di tanti reticoli narrativi da esplorare e indagare.

L’idea di correlare i racconti a una serie di mappe di luoghi leggendari non solo per le gesta di Peter Pan ma anche per gli incontri straordinari ivi avvenuti tra fate e uomini, ci fu suggerita anzitutto dalla «Mappa dei Giardini di Kensington» disegnata da Arthur Rackham, e poi dalla «Mappa dell’Isola che non c’è», che tanti altri illustratori hanno voluto disegnare (forse sulla scorta di quella dei Giardini disegnata da Rackham) per dare un’idea di quel Teatrino, o Parco dei divertimenti pieno di attrazioni spaventose e meravigliose, che è «l’Isola che non c’è», così come appare a chi la visita accompagnato da Peter Pan, per soddisfare il desidero di giocarvi insieme a pirati, indiani, sirene, e ovviamente fate.   

Il progetto di correlare le mappe tra loro in un labirinto polidimensionale ci ha spinti a tentare, con il digitale, di dare a tutta la Saga un’edizione unica, adeguata al progetto di Barrie, per regalare, a ogni bimbo accompagnato o «perduto», il piacere di poter godere, senza soluzione di continuità, di racconti fatti apposta per stimolare per la sua memoria elaborativa; quel piacere di vivere un’esperienza formativa indimenticabile, particolarmente adatta per incrementare sue capacità di viaggiare con la memoria e di correlare storie tra loro.

Creare un labirinto di storie intrecciate tra loro, dando a libri irrelati la forma di un Sistema Enciclopedico concernete tanto la vita quotidiana delle fate quanto le storie leggendarie dei loro incontri con gli umani, è per noi una sfida complementare a quella di creare un Sistema  che possa consentirvi - in quanto lettori, educatori, professionisti della narrazione - di ricavare da questo vasto archivio di storie esplicitamente e implicitamente correlate, gli insegnamenti indispensabili non solo per creare racconti per l’infanzia, ma anche per imparare a narrare come i maestri che hanno creato questi capolavori, e altri dedicati non solo all’infanzia.

Una delle tante qualità ragguardevoli di James Barrie e dei suoi allievi e maestri è quella di rivolgersi tanto a bimbi cresciuti in fretta quanto ad adulti che non hanno perduto il candore dell’infanzia. A loro dobbiamo racconti che ci sfidano a dilatare la nostra idea di realtà fino a comprendervi il sogno ad occhi aperti. Quei racconti ci fanno recuperare il piacere di riascoltare e rileggere le fiabe immortali ascoltate o lette nell’infanzia, e ci invitano ad annodare finalmente i fili invisibili che le legano a quei racconti che da adulti consideriamo più verosimili, realistici e accettabili. In questi racconti, proprio come nei racconti di certi autori cinematografici come Federico Fellini o Jaco Van Dormael, i fantasmi della memoria, i sogni ad occhi aperti, le immaginazioni, occupano lo stesso spazio e la stessa importanza dei ricordi, perché attraverso la memoria elaborativa i desideri, i timori, i sogni e  gli incubi, si mescolano con i ricordi in una terra di nessuno dove è impossibile distinguere tra ciò che è realmente accaduto e ciò che potrebbe accadere, tra ciò che abbiamo immaginato dentro di noi e ciò che abbiamo vissuto fuori di noi.

Correlando i racconti di Barrie a quelli di Shakespeare, di Kipling, di Conan Doyle, di Stevenson, e invitando il nostro lettore a compiere salti da un racconto all’altro, seguendo la logica per cui una storia tira l’altra, noi vogliamo tessere per voi quella tela di connessioni che appaiono impercettibili senza inforcare gli occhiali giusti. Ma grazie al nostro Sistema potrete anche voi imparare a riconoscere la molteplice natura di quelle correlazioni implicite, e sarete indotti e preparati a cercarne e a scoprirne voi stessi altre in altri testi che avete già letto o che leggerete.

Un’edizione reticolare e multimediale della «Saga di Peter Pan e le fate» è ciò che ogni bambino grande e piccolo meriterebbe  di avere a supporto della propria crescita; qualcosa che continuerà a cercare invano in tanti succedanei, magari tecnologicamente più attraenti, come i videogiochi o le serie fantasy, ma certamente meno appassionanti e coinvolgenti negli intrecci, nei personaggi, e nella scrittura.

Ora siamo pronti a scommettere, insieme a voi, che i vostri ragazzi, e voi stessi, godrete di questa Saga come non avete mai goduto prima di una racconto fantastico. E grazie a questo gioco di intelligenza potrete scoprire come funziona la vostra mente quando non è condizionata dagli automatismi indotti dalla cultura di massa, quando non è costretta a seguire succedanei delle fiabe come fumetti e  videogiochi, che pur non potendo arrivare a stimolare adeguatamente la vostra immaginazione, ne creano un sostitutivo che non richiede di attivare la vostra.

Il Progetto dedicato a Peter Pan richiede anni di lavoro, ma è un’impresa che non vogliamo abbandonare. L’edizione reticolare e multimediale dei racconti di Barrie e di quelli più strettamente correlati ad essi costituisce per noi un passo indispensabile che vogliamo fare per poter offrire a voi e ai vostri cari, nei nostri Ambienti di Studio, un’esperienza conoscitiva indimenticabile.