La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa
Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.
I nostri Servizi e Prodotti
3. Le Mostre Multimediali
Roberto Rossellini: Arte e Scienza dell’Umanesimo
Introduzione alla Mostra
Questo progetto espositivo è nato in occasione delle “Celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Roberto Rossellini” curate dal nostro stesso Istituto insieme alla “Fondazione Roberto Rossellini per lo Sviluppo del Pensiero Enciclopedico”. La Mostra, come le altre iniziative, era stata pensata per far conoscere il Progetto Umanistico Rosselliniano e trovare Partner per portarlo a termine, cioè per realizzare gli strumenti educativi e formativi che lo stesso Rossellini aveva in mente di creare.
In preparazione del Centenario noi avevamo presentato a diverse Istituzioni un Progetto che comprendeva sia il piano per sviluppare il Progetto Polienciclopedico Rosselliniano e trarne un Sistema di Studio Reticolare come quelli che stavamo sviluppando sull’opera di altri autori, sia il Piano di iniziative per le Celebrazioni con cui intendevamo far conoscere il Progetto Polienciclopedico e creare intorno ad esso una partecipazione internazionale di Enti potenzialmente interessati a contribuire a completarlo per poterlo utilizzare con i loro stessi utenti.
La ricerca delle risorse documentali per realizzare il Progetto era già iniziata da anni. Avevamo già acquisito, tra l’altro, quella parte della bibliomediateca dell’autore che la prima moglie – Marcellina De Marchis – aveva voluto affidarci dopo aver visto cosa avevamo ricavato dagli archivi di altri grandi umanisti. Così diede lei stessa avvio al Progetto di valorizzazione degli archivi rosselliniani, invitando altri depositari di documenti e diritti ad ispirarsi al suo esempio e diventare nostri partner nell’impresa. Noi, con l’aiuto di singoli generosi collaboratori e ammiratori dell’opera rosselliniana, avevamo ricercato e acquisito materiali rari e preziosi da Archivi pubblici e privati in tutti paesi in cui Rossellini aveva portato e attuato i suoi progetti.
Per attuare l‘ambizioso piano – non solo commemorativo – avevamo anche bisogno delle risorse economiche necessarie per coprire le spese che avremmo dovuto sostenere per realizzare e distribuire sia le iniziative promozionali, con cui avremmo fatto conoscere il Progetto più importate e tuttavia meno noto dell’autore, sia gli strumenti di studio, conoscenza e formazione che avremmo ricavato dagli archivi rosselliniani e avremmo offerto a quel mondo educativo caro all’autore-studioso.
Ciò che ci aveva convinti ad occuparci del Progetto umanistico rosselliniano e della valorizzazione degli archivi dell’autore non era solo l’importanza oggettiva della sua opera, non riducibile agli usi strumentali a cui sembrava condannata da quella stessa politica che lui aveva saputo piegare, in vita, ai suoi progetti; era anche la sua intrinseca adeguatezza ad essere trasformata in un perfetto Sistema di Studio Reticolare, adatto a trasmettere sia gli insegnamenti rosselliniani sia quelli degli altri grandi umanisti di cui lui aveva voluto essere uno studioso e un narratore al tempo stesso.
Leggendo i suoi scritti e i suoi progetti rimasti irrealizzati, ci eravamo convinti che l’opera rosselliniana fosse molto più complessa rispetto alle letture riduttive e superficiali – di tipo storicistico, pedagogico e ideologico – che ne erano state fatte. Ma soprattutto eravamo rimasti affascinati dalla coincidenza tra la sua visione della tradizione umanistica, il suo progetto per ridare voce ai grandi umanisti del passato in veste di maestri degli umanisti del futuro, e i nostri progetti, insieme metodologici e tecnologici, ideati proprio a questo scopo.
Ma le nostre intenzioni, i materiali raccolti, gli studi già condotti e il nostro piano articolato non erano tuttavia sufficienti per intraprendere un’impresa che avrebbe potuto influenzare sia la ripresa degli studi rosselliniani sia quella degli studi umanistici. Ci occorrevano alleati e aiutanti, altrettanto motivati. Ma trovammo pochi compagni di viaggio disposti a investire con noi, e molti ostacoli imprevisti. Sul Progetto di Rossellini e sul nostro per svilupparlo gravavano pregiudizi che erano divenuti ormai luoghi comuni della politica culturale. Rossellini da morto era stato trasformato dalla propaganda in cantore della resistenza, ed era anche stato storicizzato, ridotto a fenomeno di costume come tanti altri prodotti del cinema italiano, nonché giudicato solo come un cineasta dai cosiddetti esperti, che se ne occupavano da un punto di vista settoriale, esclusivamente cinematografico. Quando poi presentammo il Progetto anche negli USA, grazie all’interessamento di un’università americana, ci accorgemmo che, oltre a quei pregiudizi ideologici e settoriali, pesavano su di esso anche quelli dovuti alla recente revisione della “tradizione umanistica”, considerata, dalla nascente “Cancel Culture”, come uno scandaloso fenomeno assimilabile al “Colonialismo”.
Così, quando, nonostante gli ostacoli, iniziammo a sviluppare il Progetto e finalmente riuscimmo a realizzare dei prototipi, che presentammo in diverse occasioni internazionali – al Louvre e alla Cinémathèque di Parigi, alla mostra del Cinema di Venezia e poi a Roma nell’ambito delle manifestazioni per il Centenario – non trovammo i partner che cercavamo, nonostante il grande interesse che pure il Sistema dio Studio Reticolare suscitò presso studiosi e pubblico, sorpresi di scoprire un nuovo Rossellini.
Il Comune di Roma – forse per dimostrare di non essere da meno di altre città che avevano fatto molto per gli autori che vi erano nati e che indirettamente avevano contribuito a promuovere le città stesse con la loro opera – ci assegnò una sede per ospitare il Laboratorio in cui avremmo sviluppato il Sistema di Studio e le iniziative promozionali per le Celebrazioni del Centenario. Ma non ce la consegnò mai. Ottenemmo però un contributo ministeriale per le “Celebrazioni”, ma subito dopo ci fu un cambio di governo e contestualmente non ci fu esteso il contributo per il secondo anno. Così ci ritrovammo da soli a far fronte ai debiti contratti con le banche che avevano anticipato i soldi necessari per la realizzazione delle iniziative. E così non potemmo realizzare neppure tutte le iniziative previste per le Celebrazioni.
La stessa Mostra vide la luce grazie all’ospitalità e al sostegno del “Museo di Roma in Trastevere”, nonché grazie al contributo di un generoso partner che ci fornì gratuitamente l’attrezzatura necessaria; ma non ebbe la distribuzione almeno a livello nazionale che meritava, né una sede permanente dove poterla mettere a disposizione dei futuri utenti e diventare un nuovo punto di interesse culturale per la città di Roma. Neppure i partner di nome che avevano voluto apparire tra i promotori delle Celebrazioni per il Centenario ci aiutarono a sostenere le spese o ad agevolare la circolazione della Mostra per coinvolgere altri potenziali partner e continuare a diffondere la conoscenza del Progetto rosselliniano e nostro. Così la Mostra finì abbandonata in un container, e noi non potemmo far nulla per recuperarla e farla circolare, dal momento che non avevamo più neppure i fondi necessari per riscattarne i materiali.
Da allora, passato il fervore delle Celebrazioni, l’interesse per Rossellini e per il suo Progetto è scemato insieme a quello per il nostro. Inoltre, a peggiorare le cose, altri soggetti, spacciandosi per noi, hanno ottenuto fondi e fatto circolare succedanei del Sistema Polienciclopedico ancora in corso di sviluppo, sottraendoci così la possibilità di ricevere quegli aiuti istituzionali di cui avevamo bisogno sia per articolare ulteriormente la Mostra e le altre iniziative promozionali che ci avrebbero consentito di far conoscere il Progetto di Rossellini e il nostro, sia per completare la realizzazione del Sistema di Studio Reticolare, rimasto allo stato parziale e prototipale.
Una delle soddisfazioni che abbiamo ricavato dal Centenario – insieme alla frustrazione di non aver avuto i mezzi e il sostegno per creare un Laboratorio per completare il Sistema Polienciclopedico, di non aver potuto trasformare la Mostra in una esposizione permanente e di non aver potuto realizzare le altre iniziative come un collana, o almeno un’edizione reticolare digitale, degli studi e dei progetti rosselliniani – è sicuramente legata alla realizzazione di questa Mostra, sia pure in una versione sobria ma dignitosa, che, per ironia, fece storcere il naso a un rappresentante istituzionale a causa dei cartelli e delle didascalie realizzati in cartoncino, dal momento che non avevamo potuto disporre né del tempo né del denaro per plastificarli.
La Mostra si è potuta realizzare, nonostante la mancanza di aiuti fondamentali, ed ha ottenuto il maggior successo di pubblico di quella stagione a Roma, anche se per una sola lunga occasione. Con la Mostra abbiamo potuto far conoscere a tanti dove eravamo arrivati nel riportare alla luce e nel ridare nuova vita a un Progetto, quello Rosselliniano, che costituiva il primo importante sforzo per ricucire lo strappo con la tradizione umanistica; uno strappo fatale che condanna ormai da troppo tempo il nostro Paese ad essere colonizzato dalla cultura di massa d’oltreoceano, che, come ci ricordava lo stesso Rossellini, ha sostituito – proprio nel periodo cruciale della ricostruzione necessaria dopo l’ultima guerra – il cinema all’opera lirica, il fumetto alla letteratura, il rock alla musica classica, e l’intrattenimento all’arte.

In controtendenza rispetto al tentativo ormai diffuso di cancellare ogni traccia del nostro passato umanistico, questa Mostra rappresenta lo sforzo dell’ultimo degli umanisti per far conoscere alle nuove generazioni l’eredità metodologica dei nostri avi, quell’eredità che, se riportata nei luoghi dove si educano e si formano nuovi scienziati e artisti, potrebbe ancora contribuire a creare una nuova generazione di umanisti capaci di fare arte con la scienza, apprendendo dalle opere dei maestri i loro insegnamenti immortali.
La Mostra è stata concepita e realizzata con poco per mostrare molto. Nella realizzazione abbiamo approntato soluzioni in parte analogiche e in parte digitali per rappresentare un «viaggio multimediale» tra le risorse dell’archivio rosselliniano e quelle degli umanisti suoi interlocutori.
Con la mostra abbiamo voluto ricostruire quel dialogo tra artisti e scienziati, ininterrotto fino al secolo scorso, che l’ultimo grande autore-studioso ha tentato in ogni modo di narrare – utilizzando la letteratura, le arti visive e il cinema – per esemplificare come sia ancora possibile raccontare la scienza con l’arte, studiare l’arte con la scienza, e insegnare l’arte e la scienza con la narrazione.
Abbiamo articolato la Mostra in più parti, anche in previsione di poter sviluppare successivamente quelle non ancora implementate. Ciascuna sezione è stata concepita per rappresentare un diverso aspetto del complesso
laboratorio di ricerca e progettazione di Roberto Rossellini. Per documentare le diverse attività svolte da Rossellini a vari stadi di sviluppo abbiamo utilizzato, tra l’altro, le immagini dei fotografi di scena, in particolare di Gianni Assenza, che erano stati a fianco del regista studioso in diversi periodi della sua vita.
Inoltre abbiamo creato una serie di stazioni multimediali per visualizzare i percorsi narrativi immaginati da Rossellini tra le sue opere e ricerche e quelle dei suoi maestri umanisti.
Abbiamo anche allestito uno spazio architettonico per ricostruire e integrare il laboratorio di ricerca di un grande umanista rinascimentale, come Leon Battista Alberti, protagonista di un capitolo della Polienciclopedia rosselliniana, con quello di umanista contemporaneo, come Roberto Rossellini, autore di un progetto per farne conoscere e apprendere gli insegnamenti. In questo spazio siamo riusciti persino a mostrare le invenzioni tecnologiche rosselliniane a confronto con quelle degli umanisti classici.
E ricostruendo la biblioteca dell’autore, i suoi progetti e i suoi studi, abbiamo messo a confronto i progetti enciclopedici di umanisti del passato – come Leonardo da Vinci, Francesco Bacone, Diderot e D’Alembert – con quello di Rossellini che da essi aveva tratto il suo Progetto conoscitivo, narrativo e educativo.
Insieme alla Mostra abbiamo organizzato un ciclo di proiezioni, sia di film di Rossellini a confronto con quelli di altri autori coinvolti nel suo progetto di ricostruzione della rete delle idee della Civiltà umanistica, sia di interviste, lezioni dello stesso Rossellini e di scienziati suoi interlocutori per spiegare aspetti del suo Progetto umanistico, sia ancora di video realizzati ricomponendo i materiali lasciati da Roberto Rossellini per visualizzare alcuni capitoli e raccordi del suo grande piano conoscitivo e narrativo. A tale scopo abbiamo realizzato e presentato al pubblico, come complementi del progetto espositivo:
– Era notte a Roma città aperta, un film composto di materiali tratti da diversi film di Rossellini per mostrare come Rossellini avrebbe voluto ricomporre i sui lavori per creare
rappresentazioni poliprospettiche e corali di momenti di crisi e risurrezione della civiltà umanistica
– 1943-1945. Storie d’Italia tra tra occupazione e liberazione. Un grande affresco di uno dei periodi più bui della nostra Civiltà; da un lato rappresenta la distruzione degli ideali, delle opere e degli autori che per secoli avevano tramandato e arricchito la tradizione umanistica; da un altro crea le premesse per quella «ricostruzione mancata» che sostituisce, alla ripresa artistica e scientifica del nostri Paese, una falsa crescita, solo economica (il cosiddetto “Boom”), destinata a trasformarlo in una colonia culturale non più in grado di insegnare, con l’esempio, gli ideali e il know how di un mondo che per secoli era stato la meta dei viaggiatori del Gran Tour, ancora interessati a raccogliere gli stimoli e gli insegnamenti del Paese più ricco al modo di arte e scienza e di autori-studiosi in grado di insegnarla.
Il Tema della Mostra: Un Enciclopedista nel secolo del cinema e dei nuovi media
Questo evento composito, nato nell’ambito delle “Celebrazioni del Centenario della nascita di Roberto Rossellini”, e’ stato pensato per promuovere la conoscenza di aspetti tanto importanti quanto ancora poco conosciuti delle ricerche e dell’opera del grande autore e studioso italiano.
A cento anni dalla sua nascita, infatti, Rossellini era ancora noto al grande pubblico quasi esclusivamente per la cosiddetta “trilogia della guerra” (Roma città aperta, Paisà, Germania anno zero).
Rimaneva invece per lo piu’ sconosciuto il suo progetto enciclopedico per rappresentare, attraverso il racconto audiovisivo e multimediale, le interrelazioni tra le ricerche dei protagonisti della tradizione umanistica del passato e del presente.
Assumendo tali premesse si è cercato di spostare l’attenzione sul legame di continuità tra il lavoro svolto dai maestri dell’umanesimo classico e quello svolto da Roberto Rossellini per mantenere vivo – attraverso lo studio interdisciplinare e la continua riorganizzazione enciclopedica delle conoscenze – il dialogo tra la ricerca scientifica, la ricerca artistica e la ricerca tecnologica fino al secolo del cinema e dei nuovi media.
La Mostra ha avuto quindi la forma di un viaggio ideale tra l’opera di Rossellini e quella dei grandi umanisti suoi maestri e ispiratori; un viaggio che si articola in diverse parti tra loro complementari:
1. una mostra fotografica letteraria e audiovisiva che ricostruisce il lungo viaggio di Rossellini attraverso la tradizione umanistica,
2. una serie di «sentieri esplorativi multimediali» per invitare i visitatori a inseguire le correlazioni tra le ricerche di Roberto
Rossellini e quelle dei maestri della tradizione umanistica classica,
3. un ambiente di lavoro ideale di un umanista del passato e del presente in cui si raccolgono strumenti e oggetti di studio di epoche diverse e in cui si ricostruisce il processo creativo (tanto di Rossellini che dei grandi umanisti del passato come Leon Battista Alberti) che trasforma, in perfetta continuità, studi analitici di opere del passato (della classicità) in
studi progettuali di opere del futuro
4. un set virtuale dove si possono osservare le soluzioni tecnologiche rosselliniane per attuare i suoi progetti spettacolari e educativi,
5. un ciclo di incontri seminariali sui temi della tradizione umanistica cari a Rossellini,
6. una retrospettiva tematica dedicata alle storie leggendarie dei protagonisti della tradizione umanistica raccontate da Roberto Rossellini.
Per raggiungere questo scopo, attraverso le diverse sezioni del progetto, vengono accostati tra loro documenti letterari, visivi e audiovisivi che rappresentano:
– «il punto di vista di Rossellini»: i suoi pensieri espressi direttamente in ogni forma mediale (saggi, interviste, annotazioni a libri, presentazioni televisive in saggi e interviste),
– «il punto di vista degli umanisti classici»: i pensieri direttamente espressi dagli autori e studiosi umanisti del passato e del presente interlocutori di Roberto Rossellini; tali pensieri sono manifestati attraverso i loro progetti, saggi, disegni, bozzetti, nelle loro opere, per lo piu’ letterarie, e nell’iconografia che le accompagna,
– «il punto di vista dei personaggi creati da Rossellini» per rappresentare una sintesi tra il suo pensiero e quello degli autori classici suoi interlocutori indiretti; tali affinità sono espresse attraverso clip dai film, estratti da sceneggiature, foto di scena e di set.
L’impianto interdisciplinare del progetto è strettamente legato all’obiettivo di rappresentare il dialogo virtuale tra Roberto Rossellini, «neoumanista multimediale», e i maestri della tradizione umanistica classica; quegli artisti, scienziati ed enciclopedisti di cui Rossellini, con la sua opera, ha voluto sia diffondere sia continuare le ricerche.
La struttura espositiva è pensata come un labirinto conoscitivo che esplicita i legami tra le riflessioni di Rossellini e quelle dei suoi interlocutori ‘storici ’ sulla scienza, sull’arte e sulla didattica.
Una delle finalità della Mostra è quella di ricreare/rappresentare un ambiente di studio umanistico (tra ricerca e progettazione, tra arte e scienza, tra didattica e spettacolo) che per alcuni aspetti è contestualizzato nel Rinascimento di Leon Battista Alberti e per altri nella contemporaneità di Rossellini. In tale ambiente si vuole introdurre lo spettatore, allo stesso tempo, sia nel laboratorio di un umanista classico ideale, come Pascal, Cartesio, Agostino di Ippona, sia nel laboratorio di Rossellini stesso considerato come artista intermediale e come studioso interdisciplinare.
I fili che uniscono questi universi cronologicamente distanti tra loro sono i temi di ricerca artistica, scientifica e didattica che attraversano il tempo, le epoche, le discipline e che collegano il lavoro dei grandi umanisti a quello di un autore polivalente come Rossellini, che vuole esserne il continuatore, oltre che il cantore nel nostro tempo.
Lo stile è quello dell’accostamento ragionato e del collage multimediale tra documenti di diversa provenienza e tipologia. Sul piano visivo si vuole riprodurre la bacheca di appunti e studi preparatori di uno studioso umanista che sviluppa contemporaneamente piu’ ricerche e progetti all’interno della sua opera.
L’ambiente si compone sia di documenti relativi alle ricerche, agli studi e alle letture di Roberto Rossellini (lettere, rubriche di appunti, biblioteca annotata), sia di documenti relativi alla progettazione e realizzazione dei suoi film (foto di scena, foto di set, foto promozionali, sceneggiature, copioni, soggetti, note di regia, bozzetti) sia, infine, di documenti testuali, esempi tratti dalla sua opera (immagini, filmati, musiche) che acquistano informatività ancora maggiore nel momento in cui vengono accostati, in base a criteri metodologici, a quelli di altri autori e studiosi.
Il legame profondo tra la ricerca rosselliniana e quella dei maestri delle arti classiche viene rappresentato attraverso accostamenti visivi che esplicitano i criteri di correlazione tra le soluzioni espressive e narrative elaborate da Rossellini e quelle elaborate dai suoi interlocutori reali e ideali, diretti e indiretti; un legame non sempre immediatamente percepibile nella fruizione continua e lineare dei progetti rosselliniani considerati isolatamente. Per questo, nella Mostra, vengono collegate parti di progetti di Rossellini non solo tra loro ma anche a parti di progetti dei suoi interlocutori, evidenziando come, al di là delle distanze di spazio e di tempo, i progetti risultino molto vicini nei modi in cui sono composti e nelle idee che esprimono.

Manoscritti, lettere, rubriche, libri annotati, foto di scena, foto di set, foto promozionali, locandine, sceneggiature, copioni, soggetti, note di regia, bozzetti, immagini e filmati di Rossellini acquistano in questo vasto «co-testo» un valore formativo oltre che informativo nel momento in cui vengono correlati, in base ai medesimi principi di narrazione, ai documenti degli autori e studiosi, artisti, scienziati ed enciclopedisti di cui Rossellini, con la sua opera, ha voluto sia diffondere sia continuare le ricerche.
In questa prospettiva l’iniziativa va dunque considerata per le potenzialità, insieme formative e informative, che mette a disposizione di un pubblico interessato alla totalità dell’opera e della ricerca rosselliniana.
In sintesi la specificità di questo progetto espositivo risiede non solo nella ricchezza e varietà dei materiali, dimenticati o addirittura inediti, che presenta al pubblico, ma anche, o forse soprattutto, nella pluralità di correlazioni che propone, tra i documenti rosselliniani e quelli di altri autori, del passato e del presente, per consentire ai visitatori viaggiare nel tempo e nello spazio e per esplorare quell’universo di insegnamenti che Rossellini ha ereditato e sviluppato, con la sua opera, dai suoi maestri umanisti classici.
La polifunzionalità e i possibili sviluppi della Mostra
La mostra è stata la prima grande occasione per presentare sia lo stato di avanzamento dello sviluppo del “Sistema Polienciclopedico per lo Studio della Tradizione Umanistica” ispirato al progetto di Roberto Rossellini.
Da allora, per ottimizzare e valorizzare lo sforzo compiuto per realizzare la Mostra, abbiamo pensato di creare, proprio a partire dalle sue risorse e dal suo impianto espositivo, una «Scuola-Laboratorio-Mostra Permanente» per la specializzazione e il perfezionamento professionale dei nuovi «umanisti multimediali», che potesse funzionare anche da «Centro di Elaborazione e Distribuzione di nuovi strumenti di studio per il mondo educational»: una risorsa per la formazione degli educatori, uno spazio per presentare capolavori della tradizione umanistica e implementare una mappa delle relazioni tra le opere e le ricerche dei grandi umanisti a distanza di spazio, tempo e forme espressive, un luogo dove creare distribuire e aggiornare una guida virtuale per i viaggiatori del museo a cielo aperto di meravigliose risorse artistiche che si espande in tutto il nostro Paese.
Da allora abbiamo avanzato questa proposta a diverse amministrazioni con la speranza di dare una sede definitiva al Laboratorio di sviluppo del progetto Polienciclopedico e a questa nuova versione polivalente della Mostra.
Il progetto di realizzare nei territori di Leon Battista Alberti e dei Medici, una «Bottega Umanistica al tempo dei nuovi media sotto la guida virtuale di Roberto Rossellini» rimane tra gli obiettivi che intendiamo realizzare e promuovere proprio da questo Portale.
Inoltre, anche se la realizzazione della Mostra non ha avuto una auspicata collocazione e continuazione, quello che abbiamo preparato per essa entrerà a far parte del «Sistema di Studio Reticolare» che non abbiamo mai smesso di sviluppare, anche se più lentamente, e dei servizi online che certamente offriremo nei nostri «Ambienti di Studio» nonché dal «Sito dedicato a Roberto Rossellini», che farà parte del nostro Portale.
Il nuovo più articolato Progetto, che abbiamo elaborato per la Bottega «Il Cenacolo degli Umanisti», e che trovate argomentato punto per punto nel Sito dedicato a Roberto Rossellini e alla “Fondazione Roberto Rossellini per lo sviluppo del Pensiero Enciclopedico”, arricchisce ulteriormente quello che abbiamo presentato e attuato solo in parte in occasione cel Centenario rosselliniano. Il nuovo Progetto contiene anche le parti che non abbiamo potuto realizzare ma solo presentare ed esemplificare durante le Celebrazioni.
In questo nuovo piano abbiamo pensato di espandere il progetto espositivo e trasformarlo in scenografia della «Scuola-Laboratorio-Mostra Permanente» che intendiamo continuare a proporre a nuovi Partner per poter onorare e valorizzare l’opera di Rossellini e quella degli Umanisti suoi interlocutori a distanza.
Inoltre la Mostra, continuando a crescere, diventerà un complemento multimediale del nostro «Sistema di Studio Reticolare» basato sul «Progetto Polienciclopedico Rosselliniano». Attraverso la sua architettura espositiva, in versione multimediale online, potremo dare una adeguata forma agli archivi di risorse rosselliniane e umanistiche, rendendoli un oggetto di studio fruibile anche indipendente da, oltre che in correlazione, con il Sistema di Studio Reticolare.