La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa
Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.
I nostri Servizi e Prodotti
3. Le Mostre Multimediali
Dopo l’orario di chiusura. Alla ricerca di Peter Pan tra i Giardini di Kensington e l’Isola che non c’è
L’universo fantastico di Peter Pan raccontato da James Barrie, Arthur Rackham, e tanti altri illustri narratori e interpreti.
Una mostra per visualizzare l’invisibile attraverso i racconti letterari, pittorici e cinematografici di viaggiatori immaginari nel regno delle fate
Premessa
Il progetto di questa Mostra complessa, fatta di più mostre raccolte in un’unica cornice, nasce all’interno del “Progetto Peter Pan” che ci impegna da decenni nel suo continuo incessante sviluppo.
Il “Progetto Peter Pan” è uno dei titoli dedicati alla «Narrazione per l’infanzia» che abbiamo in cantiere all’interno della nostra «Bottega NeverNeverland», e può essere interamente consultato su richiesta da Enti interessati a conoscerlo per valutare una possibile partnership nella sua attuazione.
Il progetto di questa Mostra, in particolare, fu articolato su richiesta di un nostro Partner Museale, che, dopo la realizzazione della Mostra dedicata a “Roberto Rossellini e la Tradizione umanistica”,
rimasto affascinato dal “Progetto Peter Pan” si volle fare promotore di una ricerca di altri Partner per sostenere le spese necessarie alla riproduzione della quantità di materiali espositivi richiesti dalla Mostra, per poterla programmare tra le proprie attività espositive. Per ragioni economiche la Mostra non potè essere realizzata, ma è rimasto il comune interesse a realizzarla non appena avremo raccolto fondi a sufficienza per coprirne le spese e consentirne una distribuzione al di là dell’iniziativa per lanciarla. La Mostra per noi è particolarmente importante, come le altri parti del “Progetto Peter Pan”, perché può promuovere – oltre che essere promossa da – lo sviluppo del «Sistema di Studio Reticolare della Saga di Peter Pan», a cui lavoriamo da anni e di cui abbiamo già realizzato tre Sentieri Esplorativi.
All’interno del “Progetto Peter Pan”, interamente sviluppato e distribuito online, troverà posto una «versione virtuale multimediale della Mostra» come complemento del «Sistema di Studio Reticolare». La Mostra è pensata infatti sia sia per suscitare domande e interessi che solo il Sistema può soddisfare, sia per consentire ai fruitori del Sistema di esplorare gli universi narrativi che questo prende in esame.
Il tema della mostra: Visualizzare l’Invisibile
Dove e come vedere le fate
Il titolo della mostra – Dopo l’orario di chiusura – vuole evocare una delle caratteristiche fondamentali del mondo incantato che James Barrie e Arthur Rackham hanno costruito con le loro straordinarie parole ed immagini: la segretezza.
Le piccole creature che popolano i Giardini di Kensington – e molti altri luoghi «magici» – sono infatti «invisibili» (o, meglio, perfettamente «mimetizzate» con gli elementi naturali che le circondano, come foglie, fiori, cortecce) durante il giorno, quando il parco è frequentato da bambini e adulti. Ma, subito dopo l’orario di chiusura, quando i giardini rimangono deserti, il popolo fatato riprende interamente possesso del suo regno. In ogni caso riuscire a scorgere una di queste creature, curiose ma schive, è molto difficile.
Esse sono gelose del proprio mistero, e difendono con ogni mezzo la loro tranquillità.
Solo alcuni osservatori privilegiati possono sperare di scorgere con i propri occhi una fata persino di giorno: i bambini. La loro sensibilità, infatti, li rende i più vicini alle creature leggere ed eteree che popolano il sottobosco dei giardini, e, soprattutto, li rende capaci di credere a ciò che trascende le leggi della logica e della scienza.
Ma quasi tutti i bambini poi crescono, e perdono quella capacità di meravigliarsi che li rende gli spettatori ideali di accadimenti fantastici; essi diventano adulti e, come tali, non sono più disposti a credere alle favole.
Per questo, come forse saprete, Peter Pan ha deciso di non crescere mai. Solo pochissimi individui sono in grado di seguire le sue orme: gli artisti come Barrie e Rackham ne sono un esempio. Questi adulti sono riusciti a conservare la sensibilità eccezionale dei bambini e hanno continuato, anche da adulti, ad amare i misteri e le favole.
Spetta a loro, dunque, il compito di continuare a parlare – ai bambini che stanno crescendo e a quelli che vogliono tornare ad esserlo, almeno per un po’ – di questi regni segreti e delle cose meravigliose che succedono nei Giardini di Kensington … dopo l’orario di chiusura.
Per dar loro modo di continuare a parlare anche alle nuove generazioni abbiamo pensato a un’esposizione composita – articolata per immagini pittoriche e animate in interazione con il racconto letterario della saga – che potrà essere «letta», come se, per magia, gli spettatori-lettori potessero entrare in un gigantesco libro illustrato.
La mostra è dedicata principalmente ai due grandi autori del primo capitolo – Peter Pan nei giardini di Kensington – ma anche ai loro ispiratori ed eredi. Attraverso di essa intendiamo presentare per la prima volta ad un vasto pubblico di bambini-adulti e di adulti-bambini, una serie di eventi ad essa collegati: laboratori, spettacoli, prodotti editoriali, tutti riconducibili all’opera a quattro mani di Barrie e Rackham. In tal modo, per la prima volta, i visitatori della mostra avranno modo di esplorare le diverse dimensioni dell’universo narrativo in cui si muovono Peter Pan e gli altri personaggi del regno delle fate, le cui immagini e storie, create, evocate o ispirate da questi due cantastorie d’eccezione, fanno ormai parte dell’immaginario infantile di tutte le generazioni, anche se le nuove non ne conoscono le origini.
Se le pagine dei siti e dei blog presenti su internet sono piene di riproduzioni parziali e sbiadite delle tavole di Rackham, e se il cinema contemporaneo continua ad attingere ai personaggi e alle situazioni delle storie di Barrie spesso senza conoscerne la fonte, questa caleidoscopica iniziativa da un lato sfrutta tale presupposto per la sua promozione, dall’altro soddisfa le tante curiosità e i molteplici interessi che questi capolavori artistici continuano a suscitare, sia pure indirettamente.
Il lavoro dei due autori, reso implicitamente famoso da innumerevoli riduzioni, variazioni o plagi, viene qui presentato fedelmente nella sua ricchezza e complessità, svelandone i preziosi insegnamenti e restituendo ai due eccezionali narratori la paternità delle proprie soluzioni artistiche.
La mostra prevede, oltre al nucleo principale – i materiali strettamente relativi alla collaborazione tra Arthur Rackham e James Barrie per la realizzazione di Peter Pan in Kensington Gardens – anche alcune sezioni complementari che costituiscono stimolanti espansioni per sviluppare il tema dell’iniziativa e consentire di esplorare altri aspetti dell’affascinante mondo magico, fatato, evocato dai due artisti.
Prima sezione: James Barrie e Arthur Rackham: quando Peter Pan viveva nei giardini di Kensington
Due autori per un unico straordinario racconto poliespressivo.
La prima sezione, pensata per introdurre i visitatori alla mostra, è composta principalmente dalle illustrazioni create dal pittore inglese Arthur Rackham per il libro di James Barrie
Peter Pan in Kensington Gardens.
Questa sezione racconta come uno scrittore, James Barrie, e un illustratore, Arthur Rackham, riuscirono a dare alla prima storia di Peter Pan la forma di un racconto «poliespressivo» per parole e immagini facendole interagire tra loro senza dipendere le une dalle altre.
La sezione è sviluppata sia attraverso un «percorso grafico-fotografico», in cui sono esposte le riproduzioni di tutte le tavole accompagnate dal testo di Barrie e commentate da didascalie esplicative, sia attraverso un «sentiero esplorativo multimediale» che consente di far viaggiare i visitatori tra le tavole di Rackham attraverso movimenti virtuali di macchina guidati dal testo di Barrie.
Seconda Sezione: La saga di Peter Pan. Un racconto senza fine
Tra il qua e il là: dai Giardini di Kensington all’Isola che non c’è
Mentre la sezione espositiva principale si focalizza sul lavoro realizzato da Barrie e Rackham per lo specifico racconto Peter Pan nei Giardini di Kensington (nato come uno dei capitoli de L’uccellino bianco e pubblicato anche separatamente come novella illustrata), una delle sezioni correlate è invece dedicata all’intera saga di Peter Pan, introducendo il fruitore alla serie di storie (e illustrazioni e messe in scena) che precedono e seguono il racconto Peter Pan nei Giardini di Kensington.
In questa sezione complementare della mostra vengono esposti, con immagini, video e multimedia, esempi delle innumerevoli varianti, riscritture e messe in scena delle storie che hanno creato la
«saga» di Peter Pan, dai testi di James Barrie ai successivi sviluppi seriali
In questa parte la mostra sposta l’attenzione anzitutto su come lo stesso James Barrie riuscì a creare una «saga» dedicata a Peter Pan trasportando le avventure del “bambino che non voleva crescere” dai “Giardini di Kensington” all’ “Isola che non c’è”; e poi su come altri autori, che hanno appreso la lezione di Barrie e Rackham – tra cui Walt Disney e Steven Spielberg – sono riusciti
ad arricchire la saga di Peter Pan di nuovi sorprendenti sviluppi, espandendola non soltanto attraverso la letteratura e la pittura, il teatro e il teatro musicale, ma anche attraverso il cinema e l’integrazione dei media.
La sezione è sviluppata sia attraverso un percorso grafico-fotografico, in cui sono esposte riproduzioni in grande formato di alcuni documenti esemplari, sia attraverso un sentiero esplorativo multimediale, che consente di correlare l’intero corpus dei documenti e al contempo di esplorare la natura delle implicite correlazioni tra di essi.
Inoltre, per consentire ai visitatori di questa sezione la possibilità di soddisfare gli stimoli conoscitivi che essa offre, sono previsti anche un articolato ciclo di proiezioni e uno di letture, che propongono alcune delle più singolari e rare riscritture e messe in scena che hanno contribuito ad alimentare la saga di Peter Pan e ad espandere l’universo fatato in cui Barrie ha ambientato le sue storie.
Terza sezione: Le incursioni di Charles Altamont Doyle e di Arthur Conan Doyle nel regno segreto delle fate
Gli incontri ravvicinati.
Questa sezione documenta e racconta due storie divenute leggendarie grazie alla loro capacità di mescolare efficacemente realtà, fantasia e mistero. Attraverso il diario di un pittore (Charles Altamont Doyle) e l’inchiesta di uno scrittore (Sir Arthur Conan Doyle, suo figlio) pubblicata prima su un quotidiano dell’epoca poi in un libro, vengono presentati al pubblico, in modo realistico, alcuni incredibili «incontri ravvicinati» con gli spiriti del Regno delle fate. Se il primo racconto costituisce un esempio di diario fantastico di un artista che gioca con il suo pubblico e lo convince a seguirlo in un viaggio al confine tra
credibile e incredibile, il secondo rappresenta uno straordinario caso di falso storico; un racconto in forma giornalistico-documentaria che, grazie alla sua ricostruzione rigorosa, quasi scientifica, del mondo fantastico in cui è possibile incontrare le fate, ha contribuito sia alla fortuna della saga di Peter Pan che alla diffusione delle storie leggendarie delle creature fatate anche in epoca contemporanea.
La sezione è sviluppata sia attraverso un percorso grafico-fotografico, in cui sono esposte riproduzioni in grande formato di alcuni documenti esemplari, sia attraverso un sentiero esplorativo multimediale, che consente di correlare l’intero corpus dei documenti e al contempo di esplorare la natura delle implicite correlazioni tra di essi.
Quarta sezione: James Barrie e i ragazzi Davies. La storia reale dei “Lost Boys”
Una storia incredibile ma vera. Quando la realtà che ispira la favola è essa stessa una storia fantastica.
Questa sezione della mostra focalizza l’attenzione del visitatore su come James Barrie insieme a quattro bambini (i piccoli George, Jack, Peter e Michael Llewelyn Davies) diede vita al personaggio e al mondo fantastico di Peter Pan. A tale scopo raccoglie immagini e documenti delle storie reali che hanno ispirato le storie fantastiche di Peter Pan.
Spesso le grandi storie, come quelle che Barrie ha dedicato a Peter Pan, hanno alle proprie spalle una storia altrettanto memorabile e affascinante: la storia che ricostruisce come e perché esse sono nate nella mente dei loro autori.
La storia del “bambino che non voleva crescere mai” e che viveva tra i Giardini di Kensington e l’Isola che non c’è celebra infatti l’amicizia intensa e inusuale che ha legato il più famoso drammaturgo inglese del periodo vittoriano, James Barrie, a una giovane donna, Silvia Llewelyn Davies, e ai suoi cinque figli maschi, George, Jack, Peter, Michael e Nico.
Il legame tra Barrie («lo zio Jim») e la famiglia Davies è nato in seguito ad un susseguirsi di coincidenze ed episodi che, se non appartenessero alla vita reale, potrebbero, a buon diritto, essere considerati «letterari».
Questa sezione racconta una storia vissuta che assomiglia alle storie immaginarie di Barrie, perché le ha ispirate e ha tratto ispirazione da esse.
La sezione è sviluppata sia attraverso un percorso grafico-fotografico, in cui sono esposte riproduzioni in grande formato di alcuni documenti esemplari, sia attraverso un sentiero esplorativo multimediale, che consente di correlare l’intero corpus dei documenti e al contempo di esplorare la natura delle implicite correlazioni tra di essi.
Quinta sezione: La morte come la più grande delle avventure. Ovvero come muoiono i gentiluomini inglesi, ispirati dalle gesta di Peter Pan e di Wendy Darling
Quando la vita è ispirata dall’arte, anche gli eroi protagonisti di grandi imprese assomigliano agli eroi dei racconti immortali della nostra infanzia.

Questa sezione della mostra è dedicata all’ultima impresa del capitano Robert Falcon Scott, così come fu narrata da James Barrie al piccolo Peter Scott (orfano del capitano, figlioccio di Barrie, e chiamato dai suoi genitori come l’eroe protagonista dell’omonimo racconto di Barrie), allo scopo di fargli comprendere le ragioni del sacrificio del padre, e di accomunare il suo amico capitano, nella leggenda, ai personaggi creati dallo stesso Barrie e tanto amati dalla famiglia Scott.
In questa sezione si argomenta, con un esempio famoso, come mai un racconto fantastico possa ispirare le gesta di un esploratore nella vita reale, e come i sentimenti universali espressi dall’impresa e dalle lettere del capitano Scott,
siano i medesimi che muovono le azioni dei personaggi e le reazioni dei piccoli grandi-lettori del più famoso racconto di James Barrie. Se le parole lasciateci dal capitano Scott sono dedicate alla fonte di ispirazione fantastica fornitagli da Barrie, le parole di Wendy e di Peter Pan nel romanzo e nella commedia di Barrie sembrano a loro volta ispirate dalle gesta eroiche reali di un viaggiatore
coraggioso, proprio come il capitano Scott, capace di sacrificare la sua vita per mantenere vivo un ideale, come “un perfetto gentiluomo inglese”, e capace di affrontare la morte come “la più grande delle avventure”.
La sezione è sviluppata sia attraverso un percorso grafico-fotografico, in cui sono esposte riproduzioni in grande formato di alcuni documenti esemplari, sia attraverso un sentiero esplorativo multimediale, che consente di correlare l’intero corpus dei documenti e al contempo di esplorare la natura delle implicite correlazioni tra di essi.
Sesta sezione: Il mondo magico della regina delle fate raccontato da William Shakespeare e Arthur Rackham
Titania o La regina Mab
In questa sezione vengono presentati quei testi composti da Shakespeare e illustrati da Rackham in cui viene descritto il mondo magico della regina Titania e della sua corte di fate; il regno incantato in cui vive anche Puck, il folletto che sembra anticipare nel carattere e nei tratti il Peter Pan di James Barrie.
Questa sezione costituisce anche una deviazione pertinente dalla saga di Peter Pan per comprendere come Arthur Rackham, passando da Shakespeare a Barrie, sia riuscito a rendere vivo e autosufficiente quell’universo meraviglioso delle fate e degli spiriti che ospita personaggi straordinari come Titania la regina della fate (nota anche con il nome di “Regina Mab”, usato da Barrie, Shelley e altri narratori che ne hanno alimentato la leggenda), la quale trasmigra senza difficoltà da un testo all’altro: la Titania
descritta da Mercuzio in Romeo e Giulietta è infatti la protagonista insieme a Oberon e Puck del Sogno di una notte di mezza estate, ma è anche la stessa regina che presenzia alle feste da ballo delle fate nei Giardini di Kensington in cui Peter Pan, con il suo flauto, riveste il ruolo di orchestra.
La sezione è sviluppata sia attraverso un percorso grafico-fotografico, in cui sono esposte riproduzioni in grande formato di alcuni documenti esemplari, sia attraverso un sentiero esplorativo multimediale, che consente di correlare l’intero corpus dei documenti e al contempo di esplorare la natura delle implicite correlazioni tra di essi.
Settima sezione: La vita segreta delle fate. Le consuetudini e i costumi del “piccolo popolo”
Un racconto che invita a esplorare una tradizione antropologica, narrativa e iconografica.
Questa sezione è concepita per mostrare in che modo la tradizione del racconto di fate arrivò fino a James Barrie, come continuò traendo ispirazione dai suoi personaggi e dall’iconografia di Arthur Rackham, e come generò un mondo autonomo che costituisce molto più che un semplice «sfondo» in cui sono ambientati i racconti.
Questo mondo ha infatti acquistato una sua indipendenza dagli innumerevoli racconti in cui si rivela, manifestando tratti costanti che indicano come esso abbia ormai vita propria nell’immaginario di ogni bambino e di ogni grande narratore per l’infanzia.
A questo punto del nostro viaggio nel Regno incantato non emergono più solo solo i protagonisti e le loro imprese straordinarie, ma anche le abitudini e i rituali che scandiscono la vita quotidiana, «ordinaria» del popolo delle fate e degli elfi; un popolo che vive non soltanto nei Giardini di Kensington animati da Barrie e Rackham, nei luoghi incantati shakespeariani del Sogno di una notte di mezza estate e de La Tempesta di Shakespeare, ma anche, ad esempio, nei luoghi non di meno fatati e incantati descritti da Rudyard Kipling nei suoi racconti dedicati a Puck il folletto (Puck of Pook’s Hill).
L’assunzione di una prospettiva antropologica, oltre che artistica, per continuare a visitare l’universo invisibile delle minuscole creature fatate, aiuta a comprendere come mai Arthur Rackham e tanti altri grandi pittori, illustratori e romanzieri hanno voluto descrivere in modo realistico questo mondo fantastico, trasformando in immagini vivide le nostre immaginazioni e tuttavia mai riducendole ma anzi arricchendole e moltiplicandole.
Le stesse avventure di Peter Pan nei Giardini di Kensington e nell’Isola che non c’è possono qui essere interpretate come uno sguardo che l’autore offre ai lettori su un mondo fantastico che esiste da quando l’uomo ha iniziato a raccontare storie. Fate, gnomi, folletti, pixi, leprecauni, ninfe, ondine, spiriti dell’aria, della terra e dei boschi, popolano infatti da tempo immemorabile le fantasie e le tradizioni dei popoli. Il loro mondo, essendo immaginario, è potenzialmente infinito. Propio per questo numerosi illustratori e pittori hanno scelto di visualizzarne un aspetto o una caratteristica peculiare. Lo sconfinato patrimonio iconografico inerente alle creature fantastiche, che conobbe una fortuna particolare in Inghilterra durante il regno della regina Vittoria, costituisce, forse involontariamente, una sorta di
«atlante illustrato» sulla vita immaginaria delle fate, quasi un’enciclopedia antropologica dedicata alle creature fatate e ai loro ipotetici «usi e costumi». Molti autori, infatti, hanno provato a immaginare esseri straordinari, quali le fate o i folletti, intenti a svolgere, a loro modo, azioni ordinarie come danzare, cibarsi, cacciare, spostarsi, onorare il proprio
sovrano, costruire le proprie case. Questi comportamenti, pur essendo consuetudinari per il popolo fatato, appaiono straordinari ai nostri occhi di esseri «ordinari».
La sezione è sviluppata sia attraverso un percorso grafico-fotografico, in cui sono esposte riproduzioni in grande formato di alcuni documenti esemplari, sia attraverso un sentiero esplorativo multimediale, che consente di correlare l’intero corpus dei documenti e al contempo di esplorare la natura delle implicite correlazioni tra di essi.