La Scienza Segreta dell'Arte Narrativa
Il nuovo Portale dell’Istituto MetaCultura dedicato allo Studio della Narrazione Artistica in ogni Forma Espressiva. Un Ambiente educativo e formativo rivolto a chiunque, per passione o professione, voglia scoprire e apprendere, insegnare e praticare la lezione metodologica racchiusa nelle opere dei Maestri.
Chi siamo
2. La nostra Missione
L’Istituto MetaCultura è nato per elaborare risposte a grandi questioni che affliggono da molto tempo il mondo in cui operiamo, e che riteniamo ancora insolute:
– Come migliorare l’insegnamento nelle Scuole e nelle Università, dove la settorializzazione e l’opposizione tra le «materie» “scientifiche” e quelle cosiddette “umanistiche”, insieme all’assenza di una prospettiva di studio «metodologica», rendono gli studi stessi inadatti allo sviluppo dell’intelligenza, poiché impediscono la continua retroazione tra
– l’acquisizione (e l’integrazione) di nuove capacità elaborative,
– la loro applicazione a nuovi oggetti oltre quelli considerati nel corso degli studi.
– Come far tornare la Scuola a funzionare, cioè ad essere il luogo ideale dove i ragazzi possano imparare a «connettere» ed elaborare informazioni, esercitando e sviluppando l’«intelligenza»; ovvero come evitare che la Scuola diventi solo un luogo di «partecipazione» e «socializzazione», a scapito della crescita degli individui che la frequentano. Come far tornare l’Università a funzionare come il luogo ideale per sviluppare capacità straordinarie; ovvero come evitare che essa diventi un luogo dove si possano acquistare certificazioni utili a nascondere le proprie incompetenze.
– Come creare Ambienti di Studio trasversali rispetto alle divisioni curricolari istituzionali, dove si possa insegnare:
– a studiare arte con la scienza, ovvero come indagare a più livelli e da più prospettive le soluzioni narrative e compositive racchiuse in ogni articolazione; e come esplorare le correlazioni interne ed esterne tra le varianti implicite di un medesimo modello archetipico
– a narrare la scienza con l’arte, ovvero come imparare a drammatizzare le indagini condotte dalla scienza intorno alla complessità dell’animo umano, rappresentando, in forma di dialogo tra personaggi, i punti di vista analitici pertinenti per spiegare il fenomeno preso in esame.
– Come formare il pubblico, i lettori e gli spettatori, aiutandoli ad apprezzare i capolavori artistici e a distinguerli dalla spazzatura prodotta dalla Cultura di Massa.
– Come curare ogni nuova produzione culturale in modo da renderla un capolavoro artistico senza tempo e senza frontiere, ovvero come individuare, soprattutto tra i progetti (di pubblicazioni, mostre, spettacoli) previsti da Istituzioni che investono denaro pubblico, quelli che possiedano le qualità per diventare fenomeni di valore universale – e perciò esportabili – sui quali valga la pena investire maggiormente, affinché possano diffondersi nel tempo e nello spazio, non solo recuperando gli investimenti ma anche offrendo esempi virtuosi e imperituri alle nuove generazioni di autori.
– Come affrancare l’editoria digitale dalla dipendenza da quella analogica, e come farla sviluppare nel mondo contemporaneo senza dimenticare il patrimonio editoriale classico ma anzi valorizzandolo con edizioni più rispettose dei progetti autoriali. Come realizzare un nuova manualistica più adatta a favorire l’apprendimento di fenomeni complessi senza «ridurli», ovvero come progettare una nuova tipologia di manuali di studio basati sulla logica dell’organizzazione «reticolare» delle informazioni – quindi più adatti a favorire l’impiego della «memoria elaborativa» – e applicabili ad ogni campo del sapere. Come ripensare l’organizzazione «enciclopedica» del sapere nel mondo digitale anche come occasione per ricucire lo strappo dalla tradizione umanistica e favorire la trasmissione degli ideali umanistici alle nuove generazioni.
– Come valorizzare il patrimonio artistico diffuso sul territorio nazionale ed europeo al di là dello sfruttamento selvaggio, a fini turistici e pubblicitari, dei luoghi e degli oggetti promossi dalla Cultura di Massa: come ricreare un “Gran Tour” che non penalizzi i piccoli centri, e sia favorito, anziché sostituito, dalla «navigazione» digitale; come creare una «Rete delle Risorse Artistiche» e farla interagire con adeguati strumenti di studio delle stesse; come trasformare «archivi inerti e irrelati», di risorse tanto preziose quanto sottovalutate e sottoutilizzate, in «Sistemi di Studio Reticolare» delle straordinarie competenze degli autori che hanno creato le opere raccolte e documentate negli archivi stessi; come dare una nuova identità alle Biblioteche pubbliche e private e renderle competitive sul piano dei servizi al di là della gratuità dell’offerta delle medesime risorse letterarie musicali e audiovisive disponibili, a pagamento, sul mercato editoriale offline e online; come far interagire le Collezioni Museali con Sistemi di Studio Scientifici elaborati in ambienti di ricerca; come ripensare le Esposizioni Museali in una stretta interazione con più adeguate Edizioni Digitali, ambiziosi Progetti di Ricerca e rigorosi Strumenti di Studio – come i nostri – che le valorizzino.
– Come rilanciare le professioni umanistiche e inventarne di nuove per contrastare l’inevitabile crisi di tutte quelle ordinarie professionalità umane sostituibili dall’automazione. Come potenziare le capacità elaborative necessarie per controllare, con rigore scientifico e con il supporto delle nuove tecnologie, ogni fase e ogni aspetto dello studio analitico e progettuale dell’arte.
– Come formare i docenti affinché possano trovare un ruolo che non sia del tutto sostituibile dal rapporto diretto tra l’allievo e i nuovi strumenti di studio, interattivi e interdisciplinari, e dall’uso della rete almeno come fonte di conoscenze più o meno attendibili.
– Come formare autori che possano arricchire, anziché ignorare e inquinare o addirittura sostituire, quell’eredità di capolavori umanistici che appare ormai come una vetta non più raggiungibile, una leggendaria «età dell’oro» da menzionare anziché studiare, e da usare a scopo pubblicitario per promuovere inadeguati e improbabili eredi. Come tornare a investire nella formazione di nuovi autori anziché cercare invano nuovi talenti, che non possono essere nati senza gli insegnamenti dei maestri. Come preparare i nuovi autori a saper raccontare bene belle storie universali, insegnando loro:
– come trarre materie e forme, narrative ed espressive, dagli «archetipi» e dai «modelli logici» tramandati attraverso le fiabe e i miti, e perfezionati da quei maestri della narrazione artistica capaci di realizzare capolavori classici immortali,
– come utilizzare al meglio tutte le forme espressive, sia nella loro indipendenza che nella loro integrazione, traendo esempio dai progetti dei grandi autori del passato.
– Come formare «iper-autori» in grado di continuare il nostro lavoro. Come insegnare loro a trasformare risorse di archivio inerti e irrelate in potenti strumenti di studio – i «Sistemi di Studio Reticolare» – adatti a favorire:
– sia l’apprendimento dei principi universali di narrazione e composizione artistica, facendoli ricavare dai più grandi capolavori della nostra tradizione umanistica,
– sia lo studio dei capolavori stessi applicando i principi secondo una molteplicità di prospettive analitiche.
– Come far rinascere nelle nuove generazioni l’interesse per la lettura e in particolare per la lettura dei classici. Come combattere la tendenza, del mercato e della scuola, a disincentivarne la conoscenza, la rilettura, lo studio, e a favorire invece l’«adattamento» alla bassezza della produzione culturale di massa, che non richiede preparazione adeguata per fruirne.
– Come formare nuovi editori in grado di studiare nuove forme di diffusione della conoscenza, e di sviluppare quelle soluzioni logiche «pre-elettroniche» che forniscono esempi e insegnamenti per rendere il libro un oggetto «correlabile», «implementabile», «intermediale» e «multimediale»; editori coraggiosi e preparati che possano rimettere in circolo opere e ricerche ignorate e dimenticate, per collegarle tra loro valorizzandone la complementarità e rendendole così maggiormente adattabili a diversi utilizzi in ambito educativo e professionale.
– Come ricercare e studiare con rigore scientifico i «principi universali della narrazione e della composizione artistica» in ogni sua forma, per rendere lo studio dell’arte e l’apprendimento delle professioni artistiche non più un’attività lasciata al caso, cioè alla fortuna individuale di avere intorno a sé – o di incontrare per accidente – dei bravi maestri.
– Come fare in modo che, in assenza dei grandi Maestri ormai scomparsi da tempo, si possano ricreare virtualmente le loro «Botteghe» per trasmettere il loro sapere: quelle regole e strategie di gioco che hanno consentito per secoli che l’arte nascesse dall’arte, dalla consapevolezza dei meccanismi che gli autori padroneggiavano traendoli da altre opere e dagli insegnamenti, con l’esempio, dei loro Maestri.
– Come analizzare e imparare a padroneggiare le complesse strategie narrative e compositive con cui i grandi autori del passato hanno progettato i loro capolavori, e come fare in modo che siano ancora – sia pure indirettamente e virtualmente – proprio quegli stessi insuperabili autori a formare i narratori, gli studiosi e i docenti del futuro. Come identificare i principi universali del narrare e del comporre nelle opere in cui sono stati utilizzati al meglio, e come fare di queste ultime la materia dei nuovi manuali del futuro destinati a nuovi autori, nuovi studiosi e nuovi maestri. Come trattare ogni forma di narrazione e composizione allo stesso modo con cui è stata trattata, per secoli, la musica. Solo nel caso della musica, infatti, la più rigorosa e raffinata «manualistica» si è sviluppata insieme alla più alta produzione artistica, almeno fino a quando anche la musica è stata attaccata dalla cultura di massa e ridotta per lo più a un fenomeno di partecipazione e intrattenimento, ad un’attività da fruire e da fare senza competenze, piuttosto che da studiare e da imparare a fare, per produrre arte e non spazzatura.
– Come contrastare il degrado culturale che dal secolo scorso continua ad avanzare attraverso:
– la progressiva sostituzione della cultura popolare e dell’arte con la cultura di massa,
– la cancellazione della tradizione umanistica dalla memoria collettiva e dall’attività educativa delle nuove generazioni,
– la strategia economica di abbassare la qualità dell’offerta culturale anziché curare la crescita dei fruitori,
– l’illusione data al pubblico di potersi trasformare magicamente in una comunità di autori grazie a quella «democratizzazione» della tecnologia che favorisce il dilettantismo sfrenato, il quale a sua volta alimenta la dipendenza da una produzione qualitativamente scadente ma più vicina alla produzione amatoriale del pubblico stesso.