L’istituto dedica parte della propria attività alla ricerca e all’acquisizione di preziose risorse d’archivio; una volta acquisite, se sono analogiche le digitalizza, le edita (spesso hanno bisogno di essere restaurate) le memorizza in formati adatti per diversi usi, e le trasferirle anche on-line su server adeguati alla fruizione a distanza sia da parte nostra sia da parte dei nostri utenti.
Anche se questo non è lo scopo ma un mezzo per svolgere la nostra attività, noi ci occupiamo anche di creare archivi digitali perché ancora la maggior parte delle risorse artistiche necessarie per la fruizione e lo studio non sono accessibili e linkabili on-line.
Noi abbiamo bisogno di molte risorse artistiche e scientifiche per creare i nostri Sistemi e per dare ai nostri utenti la possibilità di fruire degli oggetti che insegniamo loro come studiare e apprezzare.
Inoltre l’Istituto si occupa, quando lo ritiene opportuno, di realizzare nuove versioni reticolari di testi classici per favorirne la fruizione quando questa sia diventata difficoltosa o impossibile. Allora, attraverso le nostre edizioni reticolari, cerchiamo di restituire a quei capolavori la medesima forma voluta dagli autori, in modo da non ridurne la complessità e raffinatezza. Così, nel caso dei racconti per l’infanzia, spesso ricostruiamo le impaginazioni di testi meraviglioso che da tempo – nelle nuove edizioni – sono stati privati delle illustrazioni pensate dall’autore e realizzate da lui steso o da suoi collaboratori; altre volte ritraduciamo testi maltrattati da inadeguati traduzioni nella nostra lingua; così ci viene voglia di restaurare e ripubblicare opere che hanno perso parte delle qualità per l’incuria degli editori; e con l’occasione creiamo anche edizioni multimediali correlando testi letterari e drammaturgici a audioletture e interpretazioni sceniche per aiutare ai lettori a comprenderne meglio il senso.
Ancora la maggior parte dei classici della nostra tradizione umanistica è legata a edizioni analogiche spesso non più ristampate, che vengono sostituite da altre riduttive e inadeguate. Fa eccezione la musica i cui prodotti sono per lo più già disponibili in versioni digitali online, restaurate, editabili, accessibili tutti traccia per traccia con un indirizzo assoluto di rete, e persino disponibili per la fruizione illimitata all’interno di abbonamenti offerti dai grandi distributori di contenuti digitali.
Per tutto il resto, a parte documenti fuori dai diritti resi disponibili dal progetto Gutenberg, i quali in buona parte sono raggiungibili paragrafo per paragrafo con «ancore» poste nell’edizione on-line, a parte quei pochi film considerati fuori dai diritti e resi disponibili su canali YouTube (anche sul nostro) oppure quelli resi disponibili a pagamento e raggiungibili dall’esterno con un timecode frame by frame, e a parte l’attività meritoria di soggetti come “Internet Archive” che si adoperano per rendere accessibili tutti i testi non vincolati a restrizioni, quasi sempre ci si deve affidare alla ricerca di risorse in biblioteche e librerie antiquarie; tuttavia lentamente compaiono edizioni digitali accurate anche nei canali on-line di grandi distributori di contenuti, dove tuttavia molti editori frenano anziché incraggiare le edizioni in formati digitali (come Kindle) che pure potrebbero senza sforzo ricavare dagli impaginati pdf per la stampa dei loro libri.
Per tutti questi motivi siamo costretti a ricreare noi stessi archivi digitali on-line ogni volta che decidiamo di dedicare i nostri sforzi ad opere straordinarie di autori dimenticati e ignorati sia da chi vuole lucrare sulla cultura di massa sia da chi non li trova abbastanza strumentalizzatili per farne strumenti di indottrinamento pedagogico e ideologico.
Perciò siamo stati costretti, anzitutto per noi stessi e poi per i nostri collaboratori, anzitutto a raccogliere documenti rarissimi e purtroppo costosissimi in quanto non più ristampati o stampati in edizioni a tiratura limitata e oggi offerti da libreria antiquarie da case d’asta e da quanti sanno sfruttare la richiesta dei pochi interessati per trarne profitto.
Per questi motivi siamo costretti a investire la maggior parte delle nostre risorse economiche – quelle provenienti da noi stessi, non avendo mecenati – nell’acquisizione di tali risorse. A volte, raramente, la fortuna ci aiuta quando qualche illuminato depositario di preziose artistiche e detentore di diritti ce le affida prché ne possiamo trarre una versione digitale, prima di venderli come reperti di valore feticistico a collezionisti privati che li conserveranno tra i loro tesori sepolti o a biblioteche che li clasifcheranno e li archivieranno tra i documenti riservati.
Ad essere precisi non c’è nessun archivio che abbiamo potuto ricreare interamente grazie a una donazione di illuminati detentori dei materiali e dei relativi diritti. In tutti i casi abbiamo dovuto ricercare in tutto il mondo i pezzi dei puzzle mancanti, indagare e ottenere a caro prezzo copie di documenti rarissimi collocati in luoghi molto distanti tra loro o detenuti da speculatori che ci hanno fatto indebitare per averli. Nella maggior parte dei casi abbiamo cercato di acquisire non i documenti analogici originali ma copie digitali per il nostro archivio on-line. Ma in molti casi siamo stati costretti acquisire le edizioni analogiche per farne noi dei documenti digitali. Inoltre, nel tempo, soprattutto per quanto riguarda i documenti audiovisivi relativi agli autori di cui ci occupiamo, siamo riusciti ad acquisire nuove copie di migliore qualità sia per consentirci uno studio migliore delle loro opere, sia per poter offrire ai nostri utenti una migliore fruizione degli estratti da esse ricavati per correlarli ai nostri Sistemi.
Gli archivi su cui noi lavoriamo sono disponibili interamente solo per i nostri collaboratori, per dare loro la possibilità di studiare materiali altrimenti irreperibili, o reperibili a costi proibitivi per loro stessi. Naturalmente ciascuno dei collaboratori che ha acceso i nostri archivi è strettamente tenuto a non farne copie personali e a non utilizzare tali materiali per altri scopi se non quello di contribuire alla realizzazione dei nostri prodotti e servizi non profit per il mondo educational.
I nostri archivi sono accessibili ai collaboratori in tre modalità:
– analogici
– digitali offline su dischi
– digitali online sui nostri server
Gli archivi off line, analogici e digitali, sono conservati presso il nostro laboratorio di ricerca, nella nostra Bibliomediateca fisica su diversi supporti, da quelli originali in cui li abbiamo acquisiti (stampe fotografiche, libri cartacei, cd audio, cdrom, dvd, bluray) a quelli in cui li memorizziamo (una serie di HD molto capienti in cui dividiamo le risorse di ciacuna Bottega) una volta che sono stati digitalizzati o convertiti in formati editabili, e quindi editati e resi disponibili per il lavoro di studio di edizione e di costruzione dei nostri Sistemi di Fruizione e Studio Reticolare. L’obiettivo a cui noi lavoriamo da anni è quello di creare un grande archivio digitale on-line di tutte le nostre risorse, una grande BiblioMediateca digitale umanistica a cui tutti i nostri collaboratori potrannno attingere sia per poter consultare le opere dei nostri maestri e ricavare da esse i loro insegnamenti, sia per poter estrarre da esse gli indirizzi e i segmenti necessari per creare le correlazioni interne ed esterne ai nostri Sistemi, al di là dei correlati disponibili in archivi esterni ai nostri.
Nei casi in cui, attraverso i nostri servizi, proponiamo lo studio integrale di un’opera di un autore, presumiamo e consideriamo obbligatorio che i nostri utenti, nell’accettare di servirsi dei nostri strumenti di studio, dichiarino di possedere regolari copie e licenza d’uso degli oggetti di studio di cui proponiamo una fruizione integrale, sia pure reticolare e per frammenti degradati. Il nostro lavoro non sostituisce quello degli editori ma anzi lo promuove, e soprattutto promuove quelle vere «imprese» editoriali di coloro che investono nel ristampare, restaurare, distribuire prodotti di valore artistico; operazioni editoriali che noi consideriamo premessa essenziale oltre che complemento del nostro lavoro (destinato a far apprezzare quei capoalviri e a far ricavare gli insegnamenti in essi racchiusi), e quindi propmuovaimo volentieri attraverso tutti i nostri canali, considerando nostri partner coloro che investono in tali attività.
I nostri lavori sono rivolti al passato e al futuro, per far uscire dall’oblio quei classici che possono offrire insegnamenti utili ai nostri utenti per aiutarli a creare nuovi classici.
Non è facile trovare nel mondo contemporaneo prodotti che possiedano qualità artistiche e che possano aspirare a diventare dei nuovi classici; quando li troviamo ce ne occupiamo con altrettanto interesse, ma ci rivolgiamo più volentieri al passato anche per non incappare in problemi di diritti da parte di chi – prima di favorire lo studio dei prodotti di autori contemporanei – vuole sfruttarne la distribuzione commerciale.
Purtroppo per quanto riguarda alcune forme d’arte è particolarmente difficile anche per noi occuparcene senza incappare in problemi di conflitti con chi ne possiede ancora i diritti. Per quanto riguarda il cinema, almeno nel nostro paese, le leggi attuali impediranno di considerare fuori dai diritti i film fino a 70 anni dalla nascita di quanti vengono considerati coautori di quelle opere.
Anche per quanto riguarda invece il teatro di prosa e musicale i problemi non mancano essendo poco e male doumentato ed essendo le poche documentazioni audiovisive di grandi messe in scena (o i pochi film-opera) tutti ben lontani da entrare nel pubblico dominio e spesso addirittura non più ristampati per supposta scarsità di acquirenti. A noi fa piacere valorizzare con il nostro lavoro quanti nel mondo contemporaneo rendono reali omaggi ai classici mettendoli in scena con produzioni rispettose e intelligenti.
Tuttavia se per studiare un film di Lubitsch o una messa in scena di Ponnelle di un’opera di Mozart o di Rossini occorre consultare DVD e Blu-ray piuttosto che edizioni on-line mancanti e non accessibili scena per scena, e se la legislazione in materia di supporti digitali ci appare quantomeno paradossale, la nostra bibliomediateca, che raccoglie tutto quanto viene realizzato e distribuito riguardo ad alcuni grandi autori, può offrire ai nostri collaboratori e studenti un’ampia e analitica consultazione, presso la biblioteca stessa e la sua progressiva clonazione online, in copie digitali apposite per favorire lo studio e la progettazione dei Sistemi di Studio.
Per quanto riguarda invece i prodotti e i servizi da noi realizzati adottiamo la soluzione di offrire frammenti degradati di quelle edizioni correlate ai nostri sistemi quando tali video non sono ancora disponibili on-line da parte dei regolari aventi diritto. Contemporaneamente al collegamento di tali frammenti indichiamo le edizioni esistenti e indichiamo i luoghi dove possono essere reperite e acquistate regolarmente per una fruizione integrale e di maggior qualità. Ricordiamo che il nostro scopo è quello di promuovere il lavoro di chi distribuisce tali prodotti e non sostituirci ad essi. Chi come noi svolge un servizio educational ha tra i suoi scopi quello di favorire e promuovere la conoscenza di tali opere facendole apprezzare e amare agli utenti e sollecitandoli alla fruizione nei luoghi, nelle versioni e nelle edizioni migliori per una adeguata fruizione; pertanto auspichiamo di essere protetti da colro che rispettano l’educational, anche perché proprio grazie al nostro lavoro riusciamo a far venir voglia di fruire e di acquisire quelle opere immortali.
La prospettiva su cui lavoriamo è quella che prevede, in un futuro remoto o ipotetico, la disponibilità di qualunque titolo, qualunque opera d’arte fruibile on-line alle condizioni che gli editori, i distributori, gli autori egli aventi diritto avranno stabilito.
Auspichiamo un servizio simile a quello che offrono senza scandalo i distributori di contenuti digitali musicali, un servizio «unlimited» che consenta agli abbonati di accedere a qualunque titolo o parte di esso, e a noi che costruiamo Sistemi di studio di poter creare collegamenti virtuali che vengano attivati solo da parte di coloro che, oltre ad iscriversi al nostro servizio abbiano fatto abbonamenti per poter accedere a quelle opere o parti di esse presso quel distributore di contenuti, necessari e presupposti per poter attivare i collegamenti che noi creiamo dall’interno dei nostri Sistemi di studio verso risorse esterne che noi non possediamo e non intendiamo possedere né acquistandone copie né acquistando i relativi diritti.
Occorre dare a Cesare quel che è di Cesare. Il nostro servizio, che è ancora perlopiù gratuito, perché vogliamo promuovere la conoscenza dei nostri Sistemi di studio, in un futuro potrà essere ricompensato con una forma di abbonamento a condizioni non profiti per tutti coloro che vorranno iscriversi alla nostra Edumediateca e alla nostra Scuola di narrazione.
I compensi che chiediamo e chiederemo riguardano solo il nostro lavoro intellettuale, scientifico e didattico, cioè quello che noi siamo in grado di mostrare e di insegnare riguardo a oggetti esterni di cui non possediamo i diritti ma di cui anzi vogliamo promuovere e favorire la fruizione e lo studio, aiutando chi ha investito nell’editare, restaurarle e digitalizzare e pubblicare quelle opere e chi ne detiene i diritti.
Auspichiamo anche che le leggi sul diritto d’autore e le leggi sul diritto educational di far conoscere e insegnare l’arte tutelino e aiutino sempre di più chi svolge il nostro lavoro. Perciò ci auguriamo che quegli autori classici su cui noi lavoriamo possano essere sempre disponibili, senza intralci, nel pubblico dominio, in modo che il costo per apprendere quello che noi insegniamo, e per apprezzare quello di cui parliamo, sia sempre più limitato al solo tempo che dovranno investire le persone che vorranno studiare per diventare nuovi studiosi autori e didatti; speriamo che non debbano pagare a caro prezzo – come capita a noi fin troppo spesso – la possibilità di studiare su oggetti finiti nel mercato dell’antiquariato nelle mani di chi specula per farli conoscere, di chi se ne appropria e li conserva senza ristamparli per poter imporre le proprie condizioni proibitive a chi vuole fruirli (come ad esempio iscriversi alla propria università che li conserva in archivio, come dover viaggiare da un punto all’altro del mondo per poterli vedere su appuntamento, come dover sborsare una somma astronomica per poterne acquisire una copia originale mai più ristampata). Con questo non stiamo dicendo che il sapere non vada meritato e che la sete di conoscenza non richieda sacrifici, ma che la speculazione sui documenti che dovrebbero essere patrimonio dell’umanità dovrebbe essere combattuta rendendoli accessibili a condizioni favorevoli per chi vuole studiarli.
Per quanti già collaborano con noi o hanno intenzione di formarsi con il nostor aiuto anche per collaborare con noi e imparare a fare quello che noi sappiamo fare e facciamo con grandi sacrifici, farà piacere conoscere la quantità e qualità delle risorse documentali che abbiamo raccolto fino ad oggi e che ancora stiamo raccogliendo per favorir ela formazione dei nostri collaboratori e lo studio dei nostri utenti.
Cercheremo di indicare anche quali sono le risorse che ci mancano, che ricerchiamo e che voi potreste aiutarci a trovare per aiutarci a completare i nostri progetti.
Tra i fondi che custodiamo, digitalizziamo, editiamo, e mettiamo a disposizione dei nostri collaboratori, c’è anzitutto il fondo Rossellini, che è un fondo particolare perché non è un archivio di cinema, come molti si aspetterebbero, ma è soprattutto un archivio umanistico. Come potete apprendere nella sezione del portale dedicata ai nostri maestri, il cinema per Roberto Rossellini era solo uno strumento per raccontare, o meglio per far venir voglia di conoscere quanto racchiuso in opere esterne all’opera dello stesso Rossellini. Il suo cinema doveva essere un collante, uno strumento per costruire ponti tra opere, ricerche, progetti di tanti umanisti di cui lui pensava di essere un semplice erede, depositario e correlatore del loro sapere. Perciò, oltre agli studi, ai progetti, alle sceneggiature e ai film Rossellini, l’archivio comprende le opere su cui lo stesso Rossellini e i suoi sceneggiatori studiavano: libri e documenti annotati che contengono i legami virtuali tra di essi, dal momento che il grande progetto polienciclopedico di Rossellini prevedeva la possibilità di aiutare i potenziali utenti a viaggiare tra i laboratori di ricerca e di progettazione di grandi umanisti che ogni tempo e luogo. Tra gli scaffali dell’archivio Rossellini potete trovare ad esempio una raccolta di documenti francescani, una raccolta di documenti dei grandi viaggiatori del Gran Tour, una raccolta di documenti relativi ai grandi Enciclopedisti, agli artisti polivalenti, agli studiosi e artisti delle botteghe medievali e rinascimentali,.
Un altro archivio che custodiamo e cerchiamo di valorizzare riguarda l’opera del grande antropologo Alberto Cirese, che con noi aveva avviato il progetto di un «manuale reticolare di studi demo-etno-antropologici» che collegasse tra loro tutti i suoi studi e quelli degli autori con cui aveva dialogato indirettamente.
Gran parte dei nostri archivi riguarda la narrazione per l’infanzia, in particolare quegli autori che hanno trasformato la tradizione fiabistica in opere immortali con cui l’hanno riscritta.
Oltre a una raccolta di fiabe di tradizione orale provenienti da tutto il mondo, abbiamo creato un archivio dedicato a Antoine De Sain-Exupery, un archivio dedicato a Carlo Collodi, un archivio dedicato a James Barrie, uno a Jean e Laurent De Brunhoff, uno a Lewis Carroll, uno a Beatrix Potter, uno a Alan Alexander Milne, uno a Walt Disney e ai suoi vecchi collaboratori; poi una parte del fondo dedicato alla narrazione per l’infanzia comprende i lavori dei più grandi illustratori di racconti per ragazzi, come Arthur Rackham e Edmund Dulac e alle botteghe dell’animazione dalla Disney alla Pixar alla Aardman.
Una parte dei nostri archivi è dedicata agli autori del teatro musicale, in particolare Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Gioachino Rossini, Richard Wagner, Wofgang Amadeus Mozart, e al più grande regista di teatro musicale Jean-Pierre Ponnelle.
Gli archivi del teatro di prosa raccolgono un grande archivio sull’opera shakespeariana suddiviso per i titoli delle sue opere, un archivio dedicato a Eduardo de Filippo, uno a Oscar Wilde, a Edmond Rostand, uno a Molière e uno a Carlo Goldoni.
Per quanto riguarda il cinema i nostri archivi si sono concentrati su alcuni autori maestri dei maestri. Negli anni siamo riusciti a raccogliere archivi molto vasti relativi all’opera di Ernst Lubitsch, di Charlie Chaplin, di Alfred Hitchcock, di Orson Welles, di François Truffaut, di Frank Capra, di Billy Wilder, di Rene Clair, di Jacques Tati, di Ingmar Bergman, di Krzysztof Kieślowski, di Max Ophuls, e un archivio di opere di tutti gli autori che ne hanno appreso la lezione. Ad ognuno di questi archivi sono legati nostri progetti, come ad esempio il progetto di ricavare un manuale reticolare di studio della narrazione audiovisiva basato sull’opera insieme saggistica e narrativa di Hitchcock e Truffaut, il progetto di costruire un sistema di studio sull’opera di Lubitsch e su quella di Chaplin, per estrarre dai loro titoli gli insegnamenti immortali di questi autori.
A integrazione dell’archivio umanistico di Rossellini, la nostra Bibliomediateca contiene un archivio di manuali e testi teorico metodologici di grandi scienziati che ci hanno aiutato e ci aiutano ancora a definire i principi metodologici che identifichiamo nell’opera dei grandi artisti di cui ci occupiamo, o che ci aiutano a costruire l’impianto metodologico reticolare dei nostri Sistemi di Fruizione e Studio Reticolare. Dai lavori dei grandi studiosi della narrazione a quelli di epistemologi, biologi, psicologi, logici matematici, la nostra Bibliomediateca mette a disposizione dei nostri collaboratori gli strumenti per riflettere sui presupposti metodologici del nostro lavoro. Oltre all’archivio Cirese che comprende gtesti soprattutto di carattere metodologico ed epistemologico, abbiamo ricreato l’archivio di Juri Lotman, di Henri Laborit e di altri grandi scienziati che hanno dedicato i loro studi ad analizzare come apprendiamo come studiamo come narriamo, e ci hanno fornito preziosi spunti per capire come fare meglio il nostro lavoro.
Altri archivi custodiscono le opere di grandi scrittori che adottiamo come maestri virtuali nelle nostre lezioni e nei nostri Sistemi, dai classici della letteratura italiana ed europea ai maestri internazionali autori di capolavori immortali come Omero, Ariosto, Boccaccio, Dante, Manzoni, Italo Calvino, Raymond Queneau, Stefan Zweig, Henry James, Karen Blixen, Lev Tolstoj, Charles Dickens, Victor Hugo.
Infine un parte dei nostri archivi comprende le opere di maestri della composizone visiva da Leonardo Da Vinci a Monet Matisse a Saul Steinberg dei quali ci siamo occupati nelle nostre lezioni e nei nostri Sistemi.
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